martedì 31 gennaio 2012

Za&ZA affossano il registro per i testamenti biologici a Verbania

                                                      COMUNICATO STAMPA
                     



Immagine di archivo: Un momento di incontro con Mina Welby promosso dalla "Consulta del VCO per la laicità delle Istituzioni"



                           "ZA&ZA affossano il registro per i testamenti biologici a Verbania"

Mentre il Comune di Baveno approva alla unanimità la proposta istitutiva del registro per i testamenti biologici (mostrandosi aperto in materia di diritti civili e libertà di scelta dei cittadini) a Verbania la medesima proposta viene respinta con complicità bipartisan. ZA&ZA affossano il registro per i testamenti biologici a Verbania. Il Sindaco Zacchera (votando no) e il suo principale oppositore Zanotti (astenendosi) hanno contribuito, con motivazioni di poco dissimili, alla bocciatura dell'ordine del giorno sollecitato dalla consulta laica. Le parole più liberali questa volta sono state dette da un comunista, Vladimiro Di Gregorio, che ha presentato la proposta di delibera e parlato di libertà di scelta dei cittadini in materia di fine vita. 12 i no, 12 gli astenuti, 9 i sì (tra cui due esponenti del centrodestra Actis e Gagliardi che ringraziamo particolarmente e Gian Maria Giani, De Ambrogi, Rolla, Bombace, Bonzanini, Varini del centrosinistra). Il gruppo "cittadini con voi", che pure aveva annunciato in conferenza stampa l'appoggio alla proposta, era presente con il solo consigliere Felice Iraca', che si è astenuto dopo aver proferito la deludentissima frase: "non sono maturi i tempi". Gli elettori laici del VCO potranno presto leggere, sul blog e sul gruppo facebook della consulta, l'elenco completo dei consiglieri che hanno votato contro o si sono astenuti (oppure erano assenti al momento della votazione). Conoscere per deliberare. I tempi sono maturi.

per la "Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni"
Fabio Ruta (segretario organizzativo) e Jean - Félix Kamba Nzolo (coordinatore)

lunedì 30 gennaio 2012

Verbale riunione fondativa del coordinamento nazionale delle consulte per la laicità delle istituzioni

Verbale della riunione dei Soci fondatori del Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni


In data 29 gennaio 2012, alle ore 11, presso la sede del Circolo De Amicis, in via De Amicis 17 a Milano, si è svolta la riunione dei Soci fondatori del Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni.

Erano presenti Tullio Monti, in rappresentanza della Consulta Torinese, Donatela De Gaetano, in rappresentanza della Consulta Milanese, Samuele Bernardini, in rappresentanza della Consulta della Provincia di Pesaro e Urbino, Filippo Parigi, in rappresentanza della Consulta Triestina, Giancarlo Nobile, in rappresentanza della Consulta Napoletana, Fabio ruta, in rappresentanza della Consulta del Verbano-Cusio-Ossola, Flavio Martino, in rappresentanza della Consulta Valdostana, Guido Adani, in rappresentanza della Consulta di Parma, Mario Di Carlo, in rappresentanza della Consulta Romana. Erano presenti inoltre Roberto Petrolini, Marco Chiauzza.

Viene eletto all’unanimità Presidente della riunione Tullio Monti e Segretario verbalizzatore Donatella De Gaetano.


1) Sottoscrizione dell’Atto Costitutivo dell’Associazione “Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni”, con i relativi Statuto e Carta dei Principi.

Dopo una ampia a articolata discussione a cui hanno preso parte attivamente tutti i Soci fondatori, è stato sottoscritto da tutti i presenti l’Atto Costitutivo dell’Associazione “Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni”, con i relativi Statuto e Carta dei Principi (in allegato)


2) Elezione degli organi associativi (Portavoce, Assemblea, Collegio dei Garanti, Tesoriere/Segretario).

Sono stati eletti all’unanimità le seguenti cariche sociali:


- Portavoce: Tullio Monti


- Assemblea: Edda Saccomani (Consulta Torinese)

Giancarlo Nobile (Consulta Napoletana)

Fabio Ruta (Consulta del Verbano-Cusio-Ossola)

Donatella De Gaetano (Consulta Milanese)

Flavio Martino (Consulta Valdostana)

Gianni Bertossi (Consulta Triestina)

Raffaele Belviso (Consulta della Provincia di Pesaro e Urbino)

Guido Adani (Consulta di Parma)

Mario Di Carlo (Consulta Romana)


- Tesoriere/Segretario: Palmira Naydenova


- Collegio dei Garanti: Sergio Lariccia

Samuele Bernardini

Marco Chiauzza


3) Varie eventuali

Viene approvata all’unanimità, ai sensi dello Statuto, la proposta del Portavoce di uscita dal CLN-Coordinamento Laico Nazionale da parte di tutte le Consulte per la Laicità delle Istituzioni, compresa quella Romana che ancora ne fa parte. La Consulta Romana provvederà a formalizzare tale decisione nella sua prossima Assemblea, che si svolgerà quanto prima e a comunicare al CLN tale provvedimento.


Alle ore 14,15, esaurita la trattazione dei punti all’ordine del giorno, la riunione viene chiusa.



Il Portavoce Il Segretario verbalizzatore

Tullio Monti Donatella De Gaetano



Milano, domenica 29 gennaio 2012

sabato 28 gennaio 2012

Registro TB in consiglio a Verbania

Lunedì sera, purtoppo in  coincidenza con il CineLaico, si discuterà in consiglio comunale a Verbania l'ordine del giorno per la istituzione del registro dei testamenti biologici. Alcuni di noi faranno la "staffetta" tra i due eventi. La Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni auspica  che il registro, come già avvenuto alla unanimità a Baveno, venga approvato dal consiglio comunale. E' una occasione per ribadire che il libero arbitrio dei cittadini sulle scelte di fine vita è un diritto che non può e non deve essere violato, per precetti e dogmi confessionali, tramite l'imposizione di trattamenti invasivi non voluti. Ognuno deve essere libero di potere scegliere. Ci impegniamo inoltre a rendere noto, tramite informazione via web e comunicati stampa, il comportamento dei consiglieri comunali. Faremo sapere chi si sarà espresso a favore e chi contro l'istituzione del registro. Perchè siamo convinti che ogni cittadino debba poter conoscere per deliberare.

domenica 22 gennaio 2012

CineLaico: Giordano Bruno

Andiamo DIRITTI a vedere un film

Tre incontri cinematografici su diritti civili & laicità

Arci VCO e Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni promuovono una mini – rassegna cinematografica ad ingresso gratuito  incentrata sulle tematiche dei diritti civili, del multiculturalismo, della laicità (la presentazione dei film sarà curata da Augusto Bruni). Gli incontri si prefiggono lo scopo di approfondire le tematiche menzionate attraverso la visione e il confronto tra i partecipanti.

Siamo lieti di invitarvi al secondo appuntamento che si terrà
LUNEDI’30 GENNAIO 2012 - Circolo ARCI “Franco Riva” in Via Renco – Verbania Trobaso ore 21,00
“ GIORDANO BRUNO”    di    GIULIANO MONTALDO 

Il film racconta gli ultimi anni della vita del filosofo nolano Giordano Bruno, dal 1592 fino all'uccisione nel 1600.  Il film è il ritratto a tutto tondo di una vittima del potere, in una società che considerava ancora eretica e blasfema l'ipotesi di una distinzione fra fede e scienza. Da ricordare un intenso e indimenticabile Gian Maria Volonté, e una ricostruzione visiva di Venezia ricalcata sui chiaroscuri dei grandi pittori del Cinquecento, valorizzata dalla fotografia di Vittorio Storaro e dalle musiche di Ennio Morricone.


mercoledì 18 gennaio 2012

ODG "Per un'Italia Laica, in una Europa Laica"


Assemblea del 18/01/2012 Ordine del Giorno approvato:

“Per un’ Italia Laica, in una Europa Laica”

La “Consulta del Verbano – Cusio –Ossola per la Laicità delle Istituzioni” conferma la propria adesione al “Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni” e approva la bozza di Statuto (già comprensiva di successive modificazioni ed integrazioni) inviataci nei giorni scorsi da Tullio Monti. A Tullio Monti va la nostra stima e fiducia per il lavoro svolto e per il sostegno ricevuto in questi anni, nella non facile fase di istituzione della nostra consulta, in una realtà territoriale come il VCO. Riteniamo che si debba marciare con passo veloce e deciso verso la nascita di una grande e plurale organizzazione nazionale. Una associazione di associazioni, movimenti, circoli e singoli individui che sappia federare, integrare, unire nella lotta il variegato arcipelago laico italiano: ponendolo in confronto e raccordo con i movimenti laici europei. Pensiamo ad una vera e propria “centrale” laica: immediatamente riconoscibile nel panorama associativo italiano, capace di offrire continuità e durata alla battaglia in difesa (e conquista) della laicità delle istituzioni e – attraverso essa – dare impulso allo sviluppo del nostro Paese ed alla conquista di nuovi diritti e nuove libertà. E’ nostra opinione che un rafforzato livello organizzativo nazionale debba favorire la nascita, il radicamento e lo sviluppo di consulte per la laicità delle istituzioni in ogni territorio provinciale. E’ altresì nostra opinione che si debba, in prospettiva, pensare ad una associazione nazionale alla quale si possa aderire individualmente, con un semplice “click” sulla tastiera del proprio PC (attraverso il versamento di una quota di adesione individuale). Questo doppio livello consentirebbe di tenere insieme l’esigenza di rappresentazione del plurale mondo laico: aperto alle associazioni tematiche, alle forze sociali, ai culti minoritari ed ai cittadini - siano essi atei, agnostici, razionalisti o credenti – che si riconoscono nei principi della laicità. Senza laicità non c’è Pace: ma conflitto tra integralismi. Senza laicità non c’è democrazia, ma assolutismo. Senza laicità non c’è sviluppo e dinamismo sociale, ma “stagnazione” e familismo. Siamo convinti che occorra superare storiche frammentazioni e spontaneismi che hanno a lungo ristretto la cultura ed il mondo laico italiano in una posizione di subalternità e minoritarismo: pur in costanza di una diffusa e crescente secolarizzazione e di una sensibilità della opinione pubblica in maggioranza aperta sui temi delle libertà e dei diritti civili ed ostile ai privilegi economici e fiscali vaticani. Il clericalismo invasivo e pervasivo di cui soffre il nostro Paese sprigiona i propri effetti reazionari in più sfere e direzioni. Ne cogliamo la durezza e i segni dal livello più prossimo al soggetto (attraverso la pretesa di imporre una disciplina sui corpi: dalla nascita, al comportamento sessuale e riproduttivo, alle cure mediche, sino al fine vita), sino al condizionamento politico istituzionale ed al livello del potere economico e finanziario. In questo contesto sarebbe errato attribuire all’associazionismo laico solo una missione di promozione culturale. La promozione di una cultura laica è fondamentale e di centrale importanza, ma da sola non basta. Occorre sapere agire una forza condizionante, esprimendo una potente e benefica azione di “lobbing” laico sul mondo della politica, delle istituzioni, della comunicazione. Offrendo per questa via una sponda organizzativa ed una cornice integrante per una pluralità di soggetti e di battaglie. A questo scopo auspichiamo la redazione di un “manifesto appello per l’Italia Laica”. Questo strumento dovrebbe consentire di coagulare proposte programmatiche e parole d’ordine, da rilanciare con campagne nazionali e territoriali. Il “Manifesto Appello” dovrebbe costituire un mezzo efficace,  un testo esaustivo ma sintetico, facilmente veicolabile nella comunicazione in rete, nei social network (oltre che nei tradizionali mezzi di comunicazione ed informazione). Attorno al “Manifesto  Appello” si dovrebbe raccogliere il consenso e l’adesione di importanti testimonial del mondo della cultura, della ricerca scientifica, dell’arte, delle professioni, della politica. Per questa via si renderebbe visibile l’intreccio che lega la laicità e la conquista di livelli di libertà e civiltà più elevati (in materia di fecondazione assistita, libertà di cura e di ricerca scientifica, diritti lgbt, fine vita, pluralismo, politiche in materia di droghe, ecc.) e si potrebbe aprire nella società italiana una riflessione sul superamento del attuale regime concordatario.

sabato 14 gennaio 2012

Riunione Laica con Associazioni

Mercoledì 18 Gennaio, alle ore 21,00 presso la Sala Pestalozzi in Corso Mameli 19  è convocata una assemblea aperta della Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni.
All'ordine del giorno:

1) Il rapporto Consulta & Associazioni: Si intende rilanciare il carattere della consulta come "Associazione di Associazioni" oltre che di singoli individui interessati al tema della laicità e della difesa dei diritti civili. In questo senso occorre rilanciare e rafforzare il rapporto con le associazioni aderenti e cercare il confronto con altre associazioni, movimenti, gruppi informali, culti minoritari, presenti nel territorio.
2) Aggiornamento sulla situazione nazionale dell'associazionismo laico e sulle prospettive del Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni.
3) Aggiornamento e rilancio della campagna per la adozione dei registri per i testamenti biologici nei comuni del VCO. A questo proposito il "tabù" è stato infranto: il consiglio comunale di Baveno ha votato all'unanimità in favore della adozione del registro.
4) Prosecuzione del cineforum laico, organizzazione e pubblicizzazione dei prossimi eventi.

Data l'importanza degli argomenti in discussione auspichiamo la massima partecipazione.

Per la Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni
Jean - Félix Kamba Nzolo - Coordinatore
Fabio Ruta - Segretario Organizzativo

lunedì 9 gennaio 2012

Il Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni scrive al Presidente Napolitano

Al Presidente delle Repubblica Italiana, onorevole Giorgio Napolitano.

IL GOVERNO MONTI E LA LAICITA’ DELLE ISTITUZIONI

Passano i Governi, ma i privilegi della chiesa cattolica restano immutati.

Dopo aver sostenuto fino all’ultimo momento il governo Berlusconi, tentando di massimizzare i vantaggi che potevano derivare per se stessa, sul piano dei cosiddetti “valori non negoziabili” (famiglia, leggasi opposizione totale a qualsiasi riconoscimento delle coppie di fatto etero e omosessuali; difesa della vita, leggasi sabotaggio della legge sull’aborto e opposizione a qualsiasi seria legge sul testamento biologico; educazione, leggasi privilegi anticostituzionali per le scuole private cattoliche e relativi finanziamenti), la chiesa cattolica ha “benedetto” la nascita del governo Monti, nel quale sono ben presenti e posizionati noti esponenti del mondo cattolico, in particolare Lorenzo Ornaghi, ministro dei Beni Culturali (già Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, vicino alla CEI e al cardinale Camillo Ruini), Andrea Riccardi, ministro della Cooperazione internazionale e dell’integrazione (fondatore della comunità di Sant’Egidio) e Renato Balduzzi, ministro della Salute (giurista e docente dell’Università Cattolica).

Opportunamente, sia il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, che il prof. Adriano Prosperi, dalle pagine di Repubblca, hanno osservato che i cattolici del governo Monti sarebbero stati chiamati a dar prova di essere “cattolici adulti” e non meri esecutori dei desiderata del Vaticano.

I primi passi del governo Monti in tal senso non paiono incoraggianti.

Come viene acutamente segnalato dal periodico on line “Lucidamente”, nel commentare le nomine dei sottosegretari del neogoverno, “non si era mai visto in tutta la storia repubblicana” che venisse nominato sottosegretario alla Pubblica Istruzione il preside di una scuola privata paritaria cattolica: ebbene, ciò è avvenuto, con la nomina di Elena Ugolini, militante in Comunione e Liberazione, nonché preside del Liceo privato paritario Malpighi di Bologna, recentemente assurto alle cronache per le percentuali del 100% dei propri allievi promossi, tutti con media di voti compresa tra il 9 e il 7, a fronte del pagamento di rette d’iscrizione annue di oltre € 4.000. “Lucidamente” si chiede, e noi con esso: “Come è possibile che a sovrintendere a questo compito sia chiamata, nel ruolo di sottosegretaria, una dirigente di una delle scuole da controllare? Non si crea un enorme conflitto di interessi?” Attendiamo risposte dal governo.

Il giorno 1° dicembre ricorreva la Giornata Mondiale della lotta all’AIDS. Laura De Pasquale, assistente del direttore di Radio rai 1 e dei Radiogiornali, all’inizio della giornata ha inviato una mail di comunicazione aziendale interna nella quale scriveva: “Carissimi, segnalo che nelle ultime ore il ministro ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominato esplicitamente il profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali”. Il neoministro della Salute, Renato Balduzzi, con qualche imbarazzo, ha seccamente smentito di aver ordinato la censura. Dobbiamo credergli? O forse rischia di configurarsi un eccesso di zelo di obbedienza clericale, viste le recentissime dichiarazioni del papa in Benin, che hanno ribadito la totale contrarietà della chiesa cattolica all’uso del preservativo nella prevenzione dell’AIDS?

In questi giorni il governo Monti ha varato il pacchetto dei provvedimenti anticrisi, che impongono durissimi sacrifici agli italiani. Il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha dichiarato perentoriamente che la tassa sui fabbricati (ex ICI, ora IMU) la dovranno pagare tutti, anche le imprese. Si è però dimenticato di osservare che in quei “tutti”, non è compresa, al solito, la chiesa cattolica, proprietaria di oltre il 25% del patrimonio immobiliare italiano. Il 5 dicembre, interrogato sulla questione ICI-chiesa cattolica da un giornalista straniero, il presidente del Consiglio Monti ha dichiarato: “E’ una questione che non ci siamo posti ancora”. Eppure, a fronte del fatto che oggi solo il 10°% delle proprietà della chiesa cattolica paga l’ICI, per un mancato introito nelle esangui casse dello Stato che viene stimato fra 600 milioni e 1 miliardo di euro, tale questione una qualche urgenza dovrebbe pur rivestirla. Per comprendere meglio il paradosso di questa esenzione clericale, occorre fare un salto indietro nel tempo. Come ci ricorda sul Riformista il giornalista Gianmaria Pica “nel 1992 il governo Amato stabilisce alcune esenzioni per le proprietà della Chiesa. La questione su quale tipo di edifici e proprietà dovessero essere esentati ha portato negli anni a diversi procedimenti giudiziari, fino al 2004 quando la norma viene in parte bocciata dalla Consulta che elimina le agevolazioni fiscali per gli immobili a scopo di lucro. L’esenzione, però, viene reintrodotta nel 2005 dal governo Berlusconi II che cambia la vecchia normativa, includendo gli immobili destinati ad attività commerciali tra quelli compresi nel diritto all’esenzione. Nel 2006, l’allora governo Prodi, modifica nuovamente la legislazione. Tuttavia un emendamento alla legge permise di mantenere l’esenzione per le sedi di attività che abbiano fini ‘non esclusivamente commerciali’ “, di fatto qualsiasi edificio, pur adibito a albergo o clinica o altro, che abbia al proprio interno e nelle proprie pertinenze un altarino, una cappelletta di pochi centimetri e così via.

Scommettiamo che il governo Monti, mentre taglia le pensioni e aumenta le tasse a tutti gli italiani, si guarderà bene dal reintrodurre l’ICI per la chiesa cattolica?

D’altronde quella dell’esenzione dell’ICI non è che soltanto una delle mille voci che costituiscono gli innumerevoli privilegi economici che lo Stato italiano riconosce ogni anno al Vaticano. Infatti le voci e le entità dei finanziamenti diretti e indiretti e delle esenzioni sono così ampie, fantasiose e diversificate da potersi sostenere, senza allontanarsi troppo dalla realtà, che esse corrispondano all’incirca a poco meno della metà della manovra finanziaria del nuovo governo e che sia agevole per chiunque prevedere che, se tali privilegi clericali venissero aboliti, ciò sarebbe sufficiente, da solo, a contribuire in modo significativo al risanamento delle finanze pubbliche. Il mercimonio tra lo Stato italiano e i suoi enti locali (Regioni, Province e Comuni) e Stato del Vaticano, oltre all’esenzione ICI, comprende otto per mille, cinque per mille, finanziamenti alle scuole private cattoliche, stipendi per gli insegnanti di religione, buoni scuola per pagare le rette alle scuole cattoliche, finanziamenti agli oratori cattolici, stipendi per cappellani militari ed ospedalieri, forniture idriche vaticane, contributi alle università cattoliche, prebende alle emittenti radiotelevisive vaticane, sussidi alla stampa cattolica, etc., etc., per arrivare a una cifra complessiva di circa 10 miliardi di euro all’anno. Sommessamente ci chiediamo: quand’è che gli italiani potranno essere informati di questi fatti in modo adeguato e quando si stuferanno di mantenere di tasca propria i costi esorbitanti della “casta” della chiesa? O forse il mantenimento dei propri privilegi economici costituisce la vera merce di scambio per il sostegno politico delle gerarchie vaticane al neogoverno Monti?

Nel frattempo il Capo dello Stato, il pur ottimo Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, vero levatore e garante del governo Monti, trova il tempo per varare (come ci informa il Messaggero del 30 novembre) un decreto che stabilisce che le visite pastorali dei vescovi nelle scuole pubbliche italiane, durante l’orario di lezione, sono legittime. Tale decreto presidenziale rigetta il ricorso straordinario presentato dal padre di un alunno di Grosseto, che non aveva gradito la visita pastorale del vescovo locale nella scuola del figlio. Scrive Franca Giansoldati sul “Messaggero”: “Il decreto del Capo dello Stato si rifà al parere n. 335/2009 della Seconda Sezione del Consiglio di Stato nell’adunanza del 21 aprile 2010. I giudici amministrativi hanno riconosciuto che la ‘questione obiettivamente delicata e complessa in via generale, coinvolge profili che attengono alla libertà di culto e di coscienza e alla funzione di servizio pubblico degli istituti scolastici, statali e comunque integrati nella rete della scuola dell’obbligo’. Hanno però ritenuto di poterla ‘agevolmente risolvere sulla base delle norme che disciplinano l’autonomia delle istituzioni scolastiche’. La visita pastorale, si legge nel dispositivo del Consiglio di Stato ‘è avvenuta nelle ore di lezione, ma essa non si è svolta attraverso il compimento di atti di culto (eucaristia, benedizione, eccetera), ma attraverso una testimonianza sui valori, religiosi e culturali, che sono alla radice della catechesi cattolica’. Una analoga iniziativa poteva tranquillamente essere svolta da ministri di altre confessioni religiose presenti nella comunità territoriale in cui agisce la scuola ‘a condizione che essi siano portatori di valori coerenti con i principi di tolleranza e rispetto delle leggi e della Carta Costituzionale’. Vogliamo parlare seriamente di tale sentenza burlesca e di quanto i valori predicati dalla chiesa cattolica siano ispirati alla tolleranza e al rispetto delle leggi e della Costituzione italiane?

E il Capo dello Stato (verso cui pure nutriamo il massimo rispetto e stima), in qualità di garante della Costituzione, è sicuro di agire in modo consono al Suo alto mandato, con iniziative di tal genere? O tale episodio si inserisce in una serie di comportamenti presidenziali sul tema della laicità dello Stato che lasciano perlomeno perplessi?

Come non ricordare le Sue reiterate dichiarazioni, del tutto “politiche” e come tali del tutto opinabili, secondo le quali la questione dei rapporti fra Stato e chiesa cattolica nel nostro paese sarebbe stata definitivamente e ottimamente risolta una volta per tutte con l’inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione Repubblicana, avvenuta grazie all’approvazione dell’art. 7 all’Assemblea Costituente? E come non sottolineare come tale interpretazione sia radicalmente contestata dal miglior pensiero laico esistente nel nostro paese e da generazioni di cittadini e di studiosi di diritto laici e cattolici?

E come non rammentare l’inconsueta iniziativa di una lettera presidenziale che, un paio d’anni fa, accompagnò, sostenendolo in modo determinante, il ricorso del governo Berlusconi alla Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, contro la sentenza della Piccola Camera della medesima Corte (presieduta dal giudice italiano Vladimiro Zagrebelsky) che l’anno precedente aveva coraggiosamente stabilito che l’esposizione dei crocifissi nelle scuole pubbliche italiane configurava una violazione dei principi di libertà religiosa degli studenti e della libertà educativa dei genitori?

Presidente Napolitano, possiamo permetterci, con tutto il rispetto per il Suo ruolo, la Sua persona e la Sua storia politica, di suggerirLe maggior prudenza sulle questioni della laicità dello Stato, astenendosi dal mettere in essere comportamenti ed atti che facciano sì che alcuni cittadini italiani (tanti o pochi è questione secondaria, ma certo tanto pochi non saranno), si debbano sentire stranieri in Patria?

Con stima e deferenza voglia gradire i miei ossequi

Tullio Monti
Portavoce del Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni

mercoledì 28 dicembre 2011

Registri TB in consiglio comunale a Baveno

Domani sera alle ore 21:00 presso il municipio di Baveno si discuterà, durante il consiglio comunale, dell'istituzione del registro dei testamenti biologici, su iniziativa di Simone Travaglini. Per Simone Travaglini, assessore ed esponente si SEL:  " Considero questa proposta, il cui stimolo arriva dalla consulta per la laicità dello stato del VCO, un atto di democrazia necessario. E' una proposta che non vuole imporre a nessuno scelte etiche sul fine vita, al contrario dà la possibilità a chi lo desiderasse di esprimere la propria volontà su tale tema. Credo che una proposta del genere non possa che essere accolta da tutti, indipendentemente dall'appartenenza politica o dal credo religioso. Chi volesse seguire l'andamento del consiglio comunale in diretta sui social network potrà farlo su twitter all'hashtag #openbaveno oppure chiedendomi l'amicizia su facebook."

mercoledì 7 dicembre 2011

Comunicato Stampa

Comunicato Stampa

“Registri per i testamenti biologici a Verbania e nel VCO”

Mercoledì 7  Dicembre si è svolta a Verbania la conferenza stampa indetta dalla “Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni”. Fabio  Ruta e Jean –Félix Kamba Nzolo (rispettivamente segretario organizzativo e coordinatore della consulta) hanno presentato la proposta di istituzione dei registri per i testamenti biologici nei comuni del vco: avanzata con una lettera aperta ai sindaci della provincia. Per gli esponenti della consulta: “gli incontri con Mina Welby di Omegna e Verbania, affollatissimi, testimoniano una sensibilità diffusa tra i cittadini in favore della libertà di scelta e del libero arbitrio. Chiediamo alle amministrazioni comunali di interpretarlo. Istituendo i registri come è già avvenuto in molte Città italiane”. La Consulta si rivolge a tutti, auspicando un sostegno trasversale agli schieramenti politici. Per Ruta “Ci aspettiamo però particolare coerenza dalle amministrazioni di centro-sinistra. Come quelle di Domodossola, Villadossola, Baveno. Ricordiamo che durante il precedente mandato amministrativo (con una giunta di centrodestra), a Domodossola, fu presentata  dalla sinistra la proposta di delibera per i registri. Ora il centrosinistra si comporti di conseguenza. Non deludendo il proprio elettorato”. Presenti alla conferenza stampa  i consiglieri comunali di Verbania Vladimiro di Gregorio (gruppo comunista), Savino Bombace (IDV), Gianmaria Giani (PD) e Marcella Zorzit (Cittadini con Voi) che sosterranno la proposta di istituzione del registro nel capoluogo di provincia. Di Gregorio, primo firmatario dell’ordine del giorno, ricorda l’impegno preso durante l’incontro con Mina Welby e raccoglie l’invito della consulta. Per Bombace su questo tema si giocano “sensibilità diverse” e per questo occorre ad ogni cittadino la possibilità di scegliere. L’istituzione del registro viene vista dunque come una scelta di “democrazia” dall’esponete dell’IDV. Giani informa che “il gruppo PD ha diverse anime e lascerà libertà di scelta in consiglio comunale. Io voterò convintamente sì perché ritengo sia una battaglia di civiltà”. Anche Marcella Zorzit aderisce con convinzione e informa che la lista civica “Cittadini con Voi” discuterà presto del tema in un apposito incontro. Presenti in sala anche esponenti di forze politiche (sinistra ecologia e libertà, verdi, partito socialista italiano) non presenti in consiglio comunale, ma importanti per la città, che hanno voluto portare il loro sostegno all’inziativa.

Registri: Lettera ai Sindaci

Contatti:  http://www.consultalaicadelvco.blogspot.com/ E-mail: consultalaica.vco@gmail.com  Cercaci su  Facebook 

LETTERA APERTA AI SINDACI DEI COMUNI DEL VERBANO CUSIO OSSOLA:
“Rispettiamo la libertà di scelta, adottiamo i registri dei testamenti biologici”
Egregio Sig. Sindaco,
Questa lettera, di carattere aperto e pubblico, raggiunge tutti i primi cittadini dei comuni del Verbano Cusio Ossola, attraverso email agli indirizzi di posta istituzionale e comunicati stampa ai mezzi di informazione. Il contenuto di questa missiva verrà illustrato inoltre in apposite conferenze stampa.
Eventuali risposte che giungeranno a noi verranno considerate, al pari di questo testo, come “aperte, pubbliche, divulgabili”. Non riteniamo dunque accettabili messaggi e contatti  di carattere “privato” che non coinvolgano un terzo interlocutore, che identifichiamo come un soggetto attivo a cui spetta il diritto di “conoscere per deliberare”. Questo “terzo interlocutore” è rappresentato dai cittadini ed elettori dei nostri comuni. Cittadini che hanno il diritto di conoscere la posizione dei propri Sindaci in merito ad un tema che riguarda direttamente l’esistenza di ognuno: la libertà di scelta sul fine vita. Tema affrontato, negli ultimi mesi, anche in due affollatissimi incontri, a Verbania ed Omegna, con Mina Welby. A loro  avremo premura di far conoscere, con una azione informativa, le risposte ricevute dai sindaci (ed anche quelle che non riceveremo).
La “Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni” si batte contro il vento oscurantista rappresentato dal DDL Calabrò che riteniamo violi il principio di autodeterminazione terapeutica e, a nostro avviso, la dignità delle persone: imponendo trattamenti quali il “sondino di Stato”, l’alimentazione e idratazione forzata anche in costanza di malattie terminali irreversibili. Si tratta di un mostro giuridico, generatore di sofferenze e dolore,  ispirato direttamente da logiche confessionali, in aperta violazione del principio di laicità dello Stato e delle sue istituzioni.
Le proponiamo dunque di adottare, nel suo Comune, la delibera istitutiva del Registro dei Testamenti Biologici / disposizioni anticipate di volontà che troverà in allegato alla presente. Si tratta di uno strumento di cui si sono dotate molte realtà italiane: da grandi Città come Torino e Firenze a centri più piccoli. E’ una scelta di rispetto nei confronti dei cittadini, del loro libero arbitrio individuale. Della loro libertà. E’ una scelta di dignità ed autonomia che Le chiediamo di compiere.  Recentemente l’Anci ha ribadito la leggitimità dei registri adottati dai comuni e che il precedente governo ha tentato di “bloccare” con una circolare ministeriale. Infatti per l’Anci i comuni non hanno preteso di sostituirsi al legislatore nazionale, pretendendo di disciplinare la materia, ma si sono limitati alla raccolta di dichiarazioni anticipate di volontà. Infatti l’Anci ha chiarito che il presupposto di legittimità dei registri può essere ricondotto “allo svolgimento delle funzioni amministrative del comune, riguardanti ‘la popolazione e il territorio comunale, precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla comunità’ (art. 13, comma 1, del d.lgs. n. 267 del 2000)”.
 In ogni caso, quale che sia la posizione che deciderà di assumere, riteniamo sia doveroso, da parte Sua, aprire attraverso il consiglio comunale una riflessione su un tema così importante nella comunità. Attendiamo notizie.
Verbania 7 Dicembre 2011

Distinti Saluti
Per la “Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni”
Jean – Félix Kamba Nzolo, coordinatore
Fabio Ruta, segretario organizzativo

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    
Il Consiglio Comunale di xxxxxx

PREMESSO CHE

-          l’articolo 32 della Costituzione Italiana afferma che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana"; vi è in esso ribadita la necessità che vi sia un’espressione di libera scelta dell’individuo nell’accettare o meno un determinato trattamento sanitario;
-          l’articolo 13 della Costituzione afferma che "la libertà personale è inviolabile", rafforzando il riconoscimento della libertà e dell’autonomia dell’individuo nelle scelte personali che lo riguardano;
-          l’articolo 2 della Costituzione afferma che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo”;
 
CONSIDERATO CHE
-          la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea sancisce che il consenso libero e informato del paziente all’atto medico è considerato come un diritto fondamentale del cittadino, afferente ai diritti all’integrità della persona (Capo 1, Dignità, articolo 3, Diritto all’integrità della persona);
-          la Convenzione per la protezione dei Diritti dell’Uomo e della dignità dell’essere umano nei confronti delle applicazioni della biologia e della medicina: Convenzione sui Diritti dell'Uomo e la biomedicina, Oviedo 1977, ratificata dal Governo Italiano ai sensi della Legge n.145 del 28 marzo 2001, stabilisce all’articolo 9 che "i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che al momento dell’intervento non è in grado di esprimere la propria volontà saranno tenuti in considerazione";
 
PRESO ATTO CHE
-          il nuovo Codice di Deontologia Medica adottato dalla Federazione Nazionale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, dopo aver precisato all’articolo 16 che "il medico deve astenersi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa attendere un beneficio per la salute del malato…", all’articolo 35 afferma che "il medico non deve intraprendere attività terapeutica senza l’acquisizione del consenso esplicito e informato del paziente. (…) In ogni caso, in presenza di un documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere da atti curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona.";
-          lo stesso Codice di Deontologia Medica, all’articolo 38, afferma che "il medico deve attenersi (…) alla volontà liberamente espressa dalla persona di curarsi (…). Il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà, deve tenere conto nelle proprie scelte di quanto precedentemente manifestato dallo stesso in modo certo e documentato";

  CONSIDERATO CHE

-          anche in assenza di una specifica normativa nazionale è comunque possibile, così come attestato anche dai pronunciamenti della Magistratura di merito e di legittimità, redigere un testamento biologico predisponendo un atto che permetta di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione sui trattamenti sanitari di fine vita nell’eventualità in cui ci si dovesse trovare nell’incapacità di esprimere il proprio consenso;

VALUTATO ALTRESÌ CHE

-          il Comitato Nazionale di Bioetica si è così espresso in data 18 Dicembre 2003: “...appare non più rinviabile una approfondita riflessione, non solo bioetica, ma anche biogiuridica sulle dichiarazioni anticipate... che dia piena e coerente attuazione allo spirito della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina...”; ed ha inoltre così specificato: ”le direttive anticipate potranno essere scritte su un foglio firmato dall’interessato, e i medici dovranno non solo tenerne conto, ma dovranno anche giustificare per iscritto le azioni che violeranno tale volontà”;

RILEVATO CHE
-          i Comuni possono, nell’ambito della loro autonomia amministrativa, istituire uno o più registri per fini diversi ed ulteriori rispetto a quelli propri dell’anagrafe, dello stato civile e elettorali, non solo ai fini della conservazione ed archiviazione di dichiarazioni sostitutive di notorietà rese dai residenti ma anche per altre finalità consentite dalla legge;
-          i Comuni hanno quindi la possibilità giuridica ed amministrativa di farsi promotori di atti amministrativi volti a garantire la conservazione e l’archiviazione in forma pubblica di dichiarazioni anticipate di trattamento di carattere sanitario, rese nel rispetto della normativa vigente inclusa quella in tema di privacy e relativa alla gestione dei dati personali e sensibili;
-          l’iscrizione in tali registri particolari non viene affatto ad assumere carattere costitutivo di status ulteriori e quindi riconoscimento di poteri o doveri giuridici diversi da quelli già riconosciuti dall’ordinamento agli stessi soggetti, ma assume solo un effetto di pubblicità ai fini e agli scopi che l’Amministrazione Comunale ritiene meritevoli di tutela;
-          tali ulteriori fini sono da ravvisare nel consentire a tutti i residenti la manifestazione pubblica della propria volontà in materia di scelte nei trattamenti sanitari e nelle cure di fine vita;
 
VISTO
il ruolo rivestito dal Comune, con pienezza di poteri, per il perseguimento dei compiti afferenti alla comunità locale, ai sensi dell’art. 3,  comma  2 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, avente ad aggetto il
Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali

IMPEGNA
il Sindaco e la Giunta Comunale ad istituire un Registro dei Testamenti Biologici-Dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari, conservato presso gli Uffici Comunali nel rispetto della normativa vigente, inclusa quella in tema di privacy e relativa alla gestione dei dati personali e sensibili.
I residenti nel Comune che abbiano redatto, ai sensi di legge, un documento contenente le proprie dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari, potranno pertanto dichiararne l’esistenza ed il luogo dove esse sono conservate, ai fini dell’annotazione in detto Registro di tale attestazione in forma autentica.
Le iscrizioni nel Registro, che potranno valere per le finalità e negli ambiti stabiliti dall’ordinamento giuridico, avverranno con una dichiarazione, fatta personalmente dalla persona con firma autenticata a norma di legge che, consegnandone copia, attesti l’esistenza di dichiarazioni, rese a norma di legge, relative alla propria volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari in caso di malattia, lesione cerebrale irreversibile o patologia invalidante, che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali in una fase in cui la persona non sia più in grado di manifestare il proprio consenso o il proprio rifiuto della terapia, del trattamento o della cura cui è sottoposta.
Eventuali dichiarazioni successive si aggiungono a quelle precedenti, ovvero le sostituiscono in toto qualora così fosse richiesto al momento della consegna dell’ultima dichiarazione.
Il venir meno della situazione di residenza nel Comune non comporta la cancellazione dal registro, ma non permette più l’aggiornamento delle dichiarazioni depositate.
Per i fini consentiti dalla legge e dalla normativa comunale e nel rispetto della legislazione vigente in tema di diritto di accesso e privacy, l’Ufficio Comunale competente, a richiesta degli interessati, attesta l’esistenza dei fatti annotati nel registro e ne rilascia copia. In particolare la documentazione presente nel registro dovrà essere consegnata, su richiesta del medico curante o di chiunque ne sia a conoscenza, al direttore sanitario o al legale rappresentante dell’istituto, dell’azienda sanitaria o dell’azienda ospedaliera in cui la persona non più in grado di esprimere il proprio consenso dovesse essere ricoverato, in trattamento o in cura.

domenica 4 dicembre 2011

CONFERENZA STAMPA per i Registri dei Testamenti Biologici nel VCO

Ai giornalisti in indirizzo,
Mercoledì 7 Dicembre alle ore 17,45 presso la Sala Pestalozzi in Corso Mameli 19 a Verbania Intra (vicino alla chiesa evangelica) si terrà una CONFERENZA STAMPA promossa dalla "Consulta del Verbano Cusio Ossola per la Laicità delle Istituzioni". Tema dell'appuntamento sarà la proposta di istituzione, in tutti i comuni del VCO, di appositi registri dei testamenti biologici /disposizioni anticipate di volontà. Saranno presenti consiglieri comunali di Verbania che si sono resi disponibili a proporre nella città capoluogo l'adozione della delibera istitutiva.Vi chiediamo di presenziare con vostri inviati alla conferenza stampa e di documentare l'iniziativa. Cordiali Saluti

venerdì 2 dicembre 2011

Rassegna cinematografica a cura della Consulta Laica e l'Arci Verbania

Arci VCO e Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni promuovono una mini – rassegna cinematografica ad ingresso gratuito incentrata sulle tematiche dei diritti civili, del multiculturalismo, della laicità (la presentazione dei film sarà curata da Augusto Bruni). Gli incontri si prefiggono lo scopo di approfondire le tematiche menzionate attraverso la visione e il confronto tra i partecipanti.

Il primo film:  “ PERSEPOLIS” di MARJANE SATRAPI
Venerdì 2 dicembre 2011 - Circolo Arci "Luigi Zappelli" in Via Roma a Verbania Intra ore 21,00


Presentato al festival di Cannes 2007, Persepolis è un film d'animazione dal contenuto autobiografico, tratto dall'omonima Grafic Novel (genere che inizia a trovare un'eco di pubblico sempre maggiore,). Marjane Satrapi, autrice, sceneggiatrice e regista (insieme a Vincent Paronnaud) della pellicola, vive in prima persona la situazione iraniana e la racconta tramite una regressione sulla propria infanzia e adolescenza. Persepolis rappresenta la vita di una giovane iraniana, testimone in prima persona dei cambiamenti sociali e storici che ha attraversato l'Iran a partire dai primi anni '80. Un Iran dalle due facce, socialmente a pezzi, abitato da persone provate da un governo che si appella alla religione per effettuare un controllo asfissiante sulla popolazione, travisandone probabilmente i principi e radicalizzandoli in maniera spesso assurda.

giovedì 1 dicembre 2011

Laicità in libreria

Il Libro del mese
a cura di Giorgio Tourn

Massimo TEODORI, Risorgimento laico, Gli inganni clericali sull’unità d’Italia, Soveria Mannelli, Rubettino, 2011, pp. 170
Ermanno REA, La fabbrica dell’obbedienza. Il lato oscuro e complice degli italiani, Milano Feltrinelli, 2011, pp.220

I libri meritevoli di riflessione che è il caso di segnalare sono molti, i due che presentiamo ci paiono di particolare interesse perché pongono all’attenzione dei lettori un problema di peso, che incide tuttora profondamente nella vita del nostro paese. Come si evince facilmente dai titoli si tratta del profondo squilibrio che si è venuto creando nella vita italiana a tutti i livelli fra le realtà che la compongono. La società moderna è infatti assai più complessa di quanto apparisse all’epoca dell’Encyclopédie e l’equilibrio fra i tre poteri legislativo, esecutivo, giudiziario ipotizzato da Montesquieu non basta a garantire la buona salute di una nazione. Quando poi accade come nell’attuale situazione che quell’equilibrio sia stravolto non si può neppure più parlare di società moderna. Fra gli elementi determinanti del vivere moderno di una società equilibrata stanno altre realtà: l’opinione pubblica, le associazioni dei cittadini, le chiese. Ottimale è la situazione in cui tutte queste componenti concorrono a realizzare un piano, un progetto di vita comune.
Nel caso italiano la chiesa romana, si è invece costantemente sottratta a questo impegno comune, perseguendo un proprio progetto, quello di una "società cristiana", che nell’impostare la sua vita segue le norme della fede cristiana identificate spesso con le direttive della chiesa stessa.
È stato questo problema che ha accompagnato tutto il Risorgimento italiano e che Teodori illustra molto sinteticamente nel suo libro. In capitoli brevi e di piglio giornalistico vigoroso, nello stile del pamphlet, ripercorre la vicenda risorgimentale in una catena di figure simboliche dell’Italia laica, da Cavour a Garibaldi e la repubblica romana, da Cattaneo e Cavallotti, da Nathan ad Amedola inanellando citazioni programmatiche "I preti non bisogna provocarli, o bisogna vincerli!" (Cavour dibattito sulle leggi Siccardi)", "A creare questa nostra Italia fu d’ostacolo il cattolicesimo" (Omodeo), "Attraverso i secoli lo svolgersi dello spirito nazionale d’Italia fu sempre antipapale e anticlericale" (Mancini).
Proprio questo "laicismo", dicono papa Benedetto e Curia romana, ha distrutto l’identità italiana unita dalla fede cristiana e alimentata dalla tradizione educata dalla chiesa, è stato strumento di lacerazione a cui va contrapposta una sana e rispettosa laicità. Questa tesi, che abbiamo letto e udito infinite volte ad opera di autorevoli prelati nell’attuale clima di negazionismo clericale e borbonico del Risorgimento, è proprio quella che il nostro testo smonta senza difficoltà. Lo Stato e la società sono due realtà diverse, nella società possono coesistere laicisti e religiosi, credenti ed atei ma lo Stato è per sua natura areligioso, cioè laico.
Pregio non secondario del volume è la pubblicazione di una serie di testi fondamentali a questo riguardo, dalla Costituzione della Repubblica romana, al noto discorso di Cavour sul tema libera Chiesa in libero Stato, da quello di Nathan a Porta Pia nel 1910 a Benedetto Croce nel 1929 alla firma del Concordato, per chiudere con il presidente Napoletano alle Camere quest’anno.

Questa è la chiesa di Pio IX e dei suoi successori mantenutasi sin qui, sia pure con sfumature diverse, ma l’Italia cattolica integra, cristiana non è invenzione del papato ottocentesco, non è mitologia clericale ma dato di fatto che risale a secoli precedenti, è un’Italia plasmata dalla chiesa con una operazione di educazione retta da una grande visione e da una terribile coerenza. A questa Italia dedica il suo saggio Ermanno Rea. Giornalista di grande maestria, penna acuminata, graffiante, si è cimentato a più riprese con i problemi della società italiana e lo fa anche in questo caso da par suo.
Della situazione in cui si trova l’Italia odierna è responsabile la chiesa romana, che della storia italiana è stata "tutore inflessibile e regista occulto".
Quello che ispira e muove il clericalismo ottocentesco e il suo rifiuto della modernità, del liberalismo democratico, del rinnovamento sostanziale della società è lo spirito della Controriforma che da secoli domina la vita italiana. Si tratta di una tesi storiografica che ha avuto larga diffusione nella cultura italiana ed ha trovato rispondenza negli ambienti più diversi, del protestantesimo europeo (Sismondi e la sua Histoire des républiques italiennes) dei laici (Mazzini e libero pensiero), filosofico (Spaventa e l’Idealismo), tesi che le analisi puntuali della scuola di Adriano Prosperi hanno riproposto con documentazione difficilmente confutabile.
Tesi contrastata invece, come già detto, da parte clericale, che individua nella fede cattolica l’identità del popolo italiano.
Ma il nostro autore l’approfondisce e ne coglie le articolazioni, allargandone la portata alla società stessa; come dice il sottotitolo: l’italiano non diventa cittadino ma permane servo obbediente, è l’uomo della vita doppia, del comportamento egoistico, che sentendosi perennemente vittima dei un potere altro da sé, si auto assolve non assumendo mai le sue responsabilità.
Che si debba attribuire alla chiesa della Controriforma la responsabilità di aver plasmato, plagiato il carattere degli italiani, è molto probabile, ma può l’italiano oggi dirsi solo vittima dell’educazione clericale o non anche, come dice il nostro testo, complice di questo lato oscuro della sua cultura? Oggi non esiste più il tribunale della coscienza ma forse è comodo continuare a credere che ci sia.
In questo intreccio di poteri e sudditanze, ricatti e conformismi, laicismi e clericalismo come si deve collocare una presenza di cristianesimo evangelico? Non è mistero che la sua posizione è sempre stata difficile e tale permarrà in futuro: cristiani sì ma non clericali, rifiutano la politica compromissoria della Chiesa e rivendicano la loro liberà di espressione in uno Stato laico; d’altra parte però, come credenti in Gesù Cristo, non fanno della ragione e del libero pensiero il valore assoluto del vivere. Come cittadini chiedono allo Stato di garantire la libertà e l’eguaglianza di tutti, nel rispetto degli altri, come credenti auspicano che la Chiesa riscopra la sua identità di testimone dell’Evangelo sciogliendo i suoi legami (i suoi concordati) con i governi. Ma è questo discorso comprensibile agli italiani? Si stenta a crederlo anche se si continua a proporlo.
6 ottobre 2011

sabato 26 novembre 2011

AAA Cercasi consiglieri laici

Cercasi consiglieri comunali laici del Verbano Cusio Ossola, di qualsiasi partito o forza politica, disponibili a presentare nei consigli comunali la delibera di adozione dei registri dei testamenti biologici / dispozioni anticipate di volontà. Nei prossimi giorni invieremo una lettera aperta ai Sindaci del VCO (che sono proprio tanti),  attraverso le mail istituzionali e i mezzi di informazione. Nella missiva chiederemo ai primi cittadini di impegnarsi ad adottare i registri ed esprimersi a favore della libertà di scelta. In ogni caso domanderemo loro di dire come la pensano e di aprire - attraverso i consigli comunali - un dibattito nella comunità locale di appartenenza su un tema che riguarda l'esistenza di ogni cittadino ed il suo libero arbitrio. Promuoveremo al più presto anche una conferenza stampa alla presenza dei primi consiglieri che sosterranno l'iniziativa. Sindaci, assessori, consiglieri: aspettiamo un vostro cenno laico di disponibilità!