sabato 26 febbraio 2011

Primo numero di Libert'Aria. La voce laica



LAICITA’ E’ LO SPAZIO

IN CUI OGNI PERSONA,
IN UNO STATO CIVILE,
DEVE ESSERE E SENTIRSI
LIBERA DI SCEGLIERE!



Sulla delibera della Regione Piemonte che istituzionalizza il “movimento per l’embrione” nei consultori pubblici.

Il 15 ottobre scorso il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato la delibera 21-807 che autorizza l’ingresso nei consultori pubblici dei volontari del “Movimento per la vita” e delle associazioni che hanno nello statuto la finalità della “tutela della vita sin dal concepimento” allo scopo di individuare e rimuovere le cause che portano una donna a chiedere l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e a sostegno della vita nascente. Evidentemente non in grado di assumere decisioni autonome e consapevoli, la donna, si legge nel testo, viene presa in carico fin dal primo colloquio e le sue motivazioni valutate a livello psicologico,  sociale, educativo ed anche economico: con il formale rinvio ad “una più corretta applicazione” della  legge 194 in realtà si maschera l’obiettivo di rendere più lungo, difficile e penoso l’iter di accesso all’ ivg. Come Consulta laica del VCO, riteniamo inaccettabile la presenza nei consultori di chi, da anni, aggredisce e colpevolizza le donne che esercitano un diritto fondamentale e irrinunciabile: l’autodeterminazione sui propri corpi in tema di maternità. La consulta sostiene il ricorso al TAR  presentato a dicembre dalla Casa delle donne di Torino, in quanto tale provvedimento è illegittimo e fortemente lesivo dei diritti, della dignità e dell'autodeterminazione delle donne, impone – in un momento di scelta particolarmente difficile e delicato – un pesante condizionamento ideologico da parte di soggetti pregiudizialmente contrari all'applicazione delle legge 194/78. Il provvedimento, dunque, è censurabile perché viola la legge 194/78, le leggi, nazionale e regionale, istitutive dei consultori, il principio di uguaglianza espresso dall'art. 3 della Carta Costituzionale e la normativa in materia di protezione dei dati personali. L’obiettivo di tale delibera sarebbe di “ridurre un tasso di abortività che in Piemonte è più elevato della media nazionale: noi pensiamo che per la prevenzione dell’aborto sia necessaria una maggiore informazione, nei consultori e nelle scuole, sui metodi contraccettivi,  invece la si affida proprio a chi è contrario a questi, ciò è paradossale!  In questo modo un’istituzione pubblica fa propria quell’ideologia della colpevolizzazione e della negazione dell’autodeterminazione, contro una legge dello Stato, e ciò è gravissimo.

L'ORGANIZZAZIONE LAICA nel V.C.O.

La "Consulta per la laicità delle Istituzioni del VCO" si è ufficialmente costituita solo nel Maggio 2010 e fa parte ormai a pieno titolo del Coordinamento Nazionale delle Consulte Laiche . Prima della costituzione ufficiale,  vi sono stati alcuni mesi di "gestazione" e di elaborazione del progetto che ha coinvolto  persone e associazioni. In pochi mesi di "esistenza" la Consulta ha promosso diverse iniziative nelle tre aree territoriale della Provincia (Su Laicità & Costituzione; Testamenti Biologici; Commemorazione Breccia di Porta Pia; Ru 486 e ruolo dei consultori) con la partecipazione di Tullio Monti, Silvio Viale, Eleonora Artesio, Mina Welby. Inoltre sul piano della comunicazione siamo presenti sul web con un gruppo facebook che ha superato i 400 membri e con un blogspot http://www.consultalaicadelvco.blogspot.com/. Abbiamo partecipato alla trasmissione televisiva "Open Street" su "VCO Sat" (ancora visibile in streaming sul sito dell'emittente) e tenuto alcune conferenze stampa. Non è molto, ma per una associazione di recente costituzione, che non può contare su una ampia area di interesse e consenso, ma sulla "militanza attiva" di un nucleo ancora troppo ristretto di persone, neanche poco. In queste settimane abbiamo riflettuto molto su come dare seguito e durata alla nostra iniziativa di lotta per la laicità delle istituzioni e per la difesa e conquista dei diritti civili individuali. Lo snodo centrale è come motivare per una maggiore partecipazione alle nostre attività. Si è pensato di promuovere un "modello di partecipazione" a progetto: individuando "aree tematiche"  e promuovendo incontri (sempre pubblici) a tema. In questo modo si pensa di ottimizzare le energie e di distribuirsi il carico di lavoro e di impegno. Naturalmente si potrà partecipare liberamente anche a  più gruppi tematici (ed anzi questa è cosa ben gradita e sollecitata). Per il momento i gruppi tematici pensati sono i seguenti:   
  

1) Libert'aria : spazio di informazione laica e gruppo di lavoro sulla comunicazione.

2) Fine Vita : gruppo di iniziativa sulla tematiche del fine vita e sulle proposte di registri dei testamenti biologici.

3) Diritti Lgbt : gruppo di iniziativa sulla tematica della lotta contro l'omofobia e  per il  riconoscimento giuridico delle coppie  coppie omosessuali)

4) "La roba" : gruppo di iniziativa su 8 x mille e le svariate forme di finanziamento pubblico alle chiese, in particolar modo alla cattolica.

5) "Scuola Laica" :    gruppo di iniziativa sul tema della laicità dell'insegnamento e dell'educazione, contro il finanziamento pubblico delle scuole confessionali, per l'abolizione dell'ora di religione nelle scuole pubbliche e per la vigilanza sul rispetto della normativa in materia di diritto alla ora alternativa alla religione.

6) Vigilanza in difesa della legge 194, in particolar modo netta opposizione alla presenza delle associazioni clericali nei consultori.  


A margine di tutto ciò vi è l'impegno a ricontattare le associazioni aderenti alla Consulta per stabilire una proficua e duratura collaborazione e la volontà di confrontarsi con il complesso delle forze politiche e sociali presenti sul territorio.

Inoltre a partire dall'inizio del nuovo anno lanceremo una campagna di iscrizioni (individuali e di associazioni) e momenti di finanziamento della nostra consulta. Come si sa non percepiamo l'8 per mille, ne altre gentili concessioni. Per fare in modo che tutto ciò abbia la forza di esistere, durare, incidere: dateci una mano.


REFERENTI DELLA CONSULTA  del V.C.O.
per la LAICITA’ delle ISTITUZIONI

Coordinatore:  past. Jean-Félix Kamba Nzolo – 347 854 51 35

Per il Verbano - Fabio Ruta – 340 659 27 27

Per il Cusio - Gianpiero Bonfantini – 331 990 21 09

Per l’Ossola - Antonietta Dessolis -  339 749 24 13

TUTTI RAGGIUNGIBILI anche E-MAIL all’indirizzo : consultalaica.vco@gmail.com


Non c’è più religione, per chi non la vuole!
L’ora alternativa a quella di religione cattolica è un diritto che la scuola italiana è obbligata a garantire.
Con un’ordinanza del 30 luglio 2010, il Tribunale di Padova ha stabilito che la sua mancata attivazione costituisce “un comportamento discriminatorio illegittimo”. Viene così riconosciuto un diritto civile, quello di scegliere, troppo spesso taciuto e ostacolato. E’ stata un’importante vittoria legale dell’uaar, che da anni, insieme ad altre associazioni laiche, si impegna per garantire il rispetto di milioni di cittadini che non appartengono ad una religione o ne hanno una diversa dalla cattolica. 
Con la possibilità del relativo utilizzo dei fondi appositamente stanziati, anche in  Piemonte  le Associazioni Laiche Torinesi (Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni, Comitato Torinese per la Laicità della Scuola, Associazione 31 ottobre per una scuola laica e pluralista promossa dagli evangelici italiani, Centro Iniziativa Democratica Insegnanti (CIDI), Coordinamento Genitori Democratici(CGD), FLC-CGIL Torino, COOGEN Coordinamento Genitori Nidi, Materne, Elementari, Medie, CUB Scuola, FNISM Federazione Nazionale Insegnanti, Gruppo di Studi Ebraici, UIL Scuola) hanno ottenuto (dopo aver dovuto per tale scopo effettuare un esposto al difensore civico della Regione Piemonte) che il Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale, dott. Antonio De Sanctis, ottemperasse ai doveri del proprio ufficio, informando adeguatamente tutte le scuole del Piemonte, di ogni ordine e grado, in merito alle modalità di attivazione dell'ora alternativa e di accesso ai fondi ad essa destinati.
D'ora in avanti, nessuno potrà più affermare di non conoscere la normativa in materia e di non disporre di fondi per l'ora alternativa.
Ogni mancata attivazione di questa non potrà pertanto che configurarsi per ciò che essa è, ovvero una aperta VIOLAZIONE delle LEGGI DELLA REPUBBLICA e DEI DIRITTI DEGLI STUDENTI E DELLE FAMIGLIE, che può e deve essere sanzionata per legge.
N.B. Il testo completo della circolare, le modalità di richiesta e la metodologia per ottenere gli stanziamenti può essere richiesta integralmente all’indirizzo e-mail: consultalaica.vco@gmail.com
Consulta per la Laicità delle Istituzioni – chi siamo.
past. Jean-Félix Kamba Nzolo – Coordinatore

Per definire cosa sia una Consulta laica bisogna prima di tutto aver chiaro il significato delle  parole: <<laicità>>, <<laicità dello Stato>> o <<Stato laico>>. L’espressione <<laicità>> indica in campo politico, il rispetto delle coscienze e il principio della non competenza dello Stato in materia religiosa.     Lo <<Stato laico>> è, per dirla con la Treccani, << quello che riconosce l’eguaglianza di tutte le confessioni religiose, senza concedere particolari privilegi o riconoscimenti ad alcuna di esse, e che afferma la propria autonomia rispetto al potere ecclesiastico>>. Si basa dunque sulla distinzione tra la sfera pubblica e quella della coscienza dell’individuo.
La laicità dello Stato più che significare neutralità, indifferenza o, peggio ancora, ostilità dello Stato nei confronti delle religioni, vuol dire impegno dello stesso nel garantire e tutelare la libertà degli individui di credere o di non credere, e di manifestare il loro pensiero. Per quanto riguarda le scelte confessionali dei suoi cittadini, lo Stato laico è assolutamente incompetente e neutrale, nel senso che non ne fa propria nessuna perché deve tutelarle tutte.    Purtroppo, la realtà italiana è alquanto contraddittoria e paradossale. La stessa Costituzione della Repubblica che – pur non parlando espressamente di laicità-  riconosce, il principio di separazione ai sensi dell’articolo 7  << Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani>>, fa ricorso ai Patti Lateranensi che sono un documento che intendeva definire i rapporti tra il regime fascista e la Chiesa cattolica.
Che dire? Oggi come al tempo del fascismo, i Patti Lateranensi sono uno strumento per privilegiare la Chiesa cattolica come lo dimostrano le ampie concessioni che le vengono fatte.  Se nel 1870, con la breccia di Porta Pia, cadde il potere temporale dei papi, nel 1929 il temporalismo della Chiesa è stato nuovamente legittimato con i Patti Lateranensi: non tanto nella forma statica del piccolo possesso territoriale, quanto in quella, mobile e dinamica, del potere economico e della gestione sociale, assai più agile e penetrante.     Nonostante la revisione del Concordato lateranense del 1984 con la quale veniva abolito l’anticostituzionale riferimento alla religione cattolica romana come << sola religione dello Stato», l’Italia dimostra di essere ancora uno <<Stato confessionale cattolico>>.     Oggi più che mai c’è un’emergenza laicità che chiama in campo tutti coloro che vogliono tutelare la cultura laica contro le derive di uno Stato che perde costantemente elementi della sua natura laica nelle leggi che adotta e le continue ingerenze delle gerarchie cattoliche nelle materie << eticamente sensibili>>.     La Consulta del Verbano Cusio Ossola per la Laicità delle Istituzioni è un’associazione di associazioni e di singoli. Aderisce al Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni che hanno in comune la Carta dei principi. Tra gli scopi statutari, la Consulta laica del V.C.O. si prefigge come obbiettivi principali:
-promuovere azioni per l’abolizione di tutte le norme costituzionali (art.7 della Costituzione italiana), legislative e governative nazionali, regionali, locali e di ogni altro tipo che limitino la laicità delle Istituzioni e favoriscano concessioni di compiti, contributi, diritti e privilegi ad altre istituzioni, tali da compromettere la laicità delle Istituzioni pubbliche;
-prese di posizioni ed iniziative sugli atti e sulle politiche delle amministrazioni locali, dei Governi e dei Parlamenti Nazionale ed Europeo e di ogni altra Istituzione riguardanti i temi della laicità e della libertà di pensiero.
Nel suo libro dal titolo << Perché laico>> Stefano Rodotà scrive: << La vicenda della laicità viene storicamente identificata con la contrapposizione tra clericali e anticlericali che, con il passare del tempo, ha finito con l’apparire sempre più datata, addirittura presentata con le stimmate negative di un anacronismo. Ma così non è, perché le pretese dei diversi fondamentalismi, le dispute intorno ai valori ripropongono spesso drammaticamente la questione dei rapporti tra fede e politica, tra regole giuridiche e regole etiche. Perfino più radicalmente che in passato siamo obbligati a interrogarci intorno al modo di costruzione della sfera pubblica e di quella privata, al libero sviluppo della personalità, ai caratteri stessi dello Stato>>. Termino con un invito rivolto ai singoli e a tutte le associazioni presenti sul territorio che hanno a cuore i temi della laicità delle istituzioni, dello Stato, della sua indipendenza dalle religioni dunque nel principio laico<< libera Chiesa in libero Stato>>, della libertà di scelta e dunque del diritto all’autodeterminazione, di iscriversi alla Consulta laica del  V.C.O.

CARTA DEI PRINCIPI


A.   Costituiscono conquiste irrinunciabili della civiltà umana, nelle sue più alte espressioni: la cultura della tolleranza, la cultura del rispetto dell’autonomia, della libertà e della responsabilità individuali, la cultura della razionalità e della distinzione fra pubblico e privato.
B.   La dimensione e le istituzioni pubbliche implicano il riconoscimento di uno spazio comune che garantisca libertà e diritti per ciascuno e per tutti, entro il quale gli individui ed i gruppi sociali trovino possibilità di libere relazioni, senza interferenze reciproche lesive. La dimensione privata riguarda l’ambito di espressione degli individui e delle loro libere associazioni, comprese quelle religiose.
C. Le diverse comunità di individui, liberamente costituite e garantite, entro i limiti costituzionali, possono rivestire ruolo pubblico, ma non devono assumere funzioni prevaricatrici sul patto di civile convivenza, garantito dalla legge, secondo il quale i diritti dell’individuo devono trovare adeguata tutela e protezione anche nell’ambito e nei confronti delle stesse comunità di appartenenza, siano esse familiari, etniche, linguistiche, religiose,  ideologiche, o di qualsiasi altro tipo.
D.  L’atteggiamento laico implica che i soggetti pubblici rinuncino concordemente ad applicare alla sfera collettiva, pubblica e politica i propri principi e verità religiosi ed i propri valori etici assoluti e non negoziabili, potenzialmente configgenti con verità religiose e valori etici assoluti altrui, quando dovessero limitare le altrui libertà di espressione o di azione, ed a volerli imporre a tutti i cittadini in forza di legge. 
E.   Lo Stato laico costituisce l’opposto dello Stato confessionale (o dello Stato etico), cioè dello Stato che assume come propria una determinata religione (o ideologia) e ne privilegia i fedeli rispetto ai seguaci di altre religioni (o ideologie).
Lo Stato laico non professa pertanto una ideologia antireligiosa, irreligiosa o atea: semplicemente esso non ne professa ne deve professarne alcuna. IL TESTO INTEGRALE DEI PRINCIPI E L’ATTO COSTITUTIVO PUO’ ESSERE RICHIESTO ALL’INDIRIZZO E-MAIL: consultalaica.vco@gmail.com 

lunedì 21 febbraio 2011

No alla cancellazione del diritto fondamentale all'autodeterminazione

Autodeterminazione. No all'espropriazione del diritto a governare liberamente la propria vita. No alla cancellazione del diritto fondamentale all'autodeterminazione. La Camera dei deputati sta discutendo una legge sulle disposizioni riguardanti la fine della vita che va proprio in questa direzione. Ma il legislatore non puo' impadronirsi della vita delle persone, negando loro la dignita' nel vivere e nel morire. Lo dice esplicitamente l'articolo 32 della Costituzione: la legge non puo' in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana
Gilda Ferrando, Alessandro Pace, Pietro Rescigno, Stefano Rodota'


L'appello
La Camera dei deputati sta discutendo un progetto di legge su Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento. Se questo testo fosse approvato nella forma attuale, le persone vedrebbero gravemente limitati i propri diritti, sarebbero espropriate della possibilità di governare liberamente la propria vita. Il diritto all'autodeterminazione, definito fondamentale dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 438 del 2008, sarebbe cancellato.
Il progetto di legge è ingannevole. L'alleanza terapeutica tra paziente e medico è sostanzialmente vanificata da un testo che pone ripetutamente il medico di fronte al rischio di responsabilità penali: il medico, quindi, sarà indotto a tenere comportamenti "difensivi", dettati dall'esigenza di porsi al riparo da responsabilità, piuttosto che orientati all'autentico bene del paziente. Il consenso informato della persona è sostanzialmente cancellato: alla persona vengono imposti comportamenti e sottratte possibilità di decisione, si introduce un obbligo di vivere in contrasto con la libertà di scelta del soggetto interessato, del suo potere di disporre del proprio corpo(Corte costituzionale, sentenza n. 471 del 1990). Le dichiarazioni anticipate di trattamento altro non sono che una inutile macchina burocratica: inutile, perché prive di ogni valore giuridico vincolante e perché viene escluso che la persona possa esprimere la propria volontà proprio in relazione ai trattamenti sanitari che più possono incidere sulla sopravvivenza, come l'alimentazione e l'idratazione forzata.
Il progetto di legge è ideologico. Afferma l'indisponibilità della vita: ma questa è una affermazione in palese contrasto con l'ormai consolidato diritto al rifiuto e alla sospensione delle cure, che in moltissimi casi è già stato esercitato con la consapevolezza che si trattava di una decisione che avrebbe portato alla morte. Nega il diritto di rifiutare trattamenti come l'alimentazione e l'idratazione forzata, escludendone il valore terapeutico in contrasto con l'opinione delle società scientifiche e con l'evidenza della pratica medica.
Il progetto di legge assume così un carattere autoritario. Legittimi punti di vista non possono essere trasformati in norme che si impongono alla volontà delle persone violando i loro diritti fondamentali. La discrezionalità del legislatore, in questi casi, è esclusa esplicitamente dall'articolo 32 della Costituzione: la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Gli studiosi che sottoscrivono questo appello vogliono in primo luogo ribadire la necessità di avere come ferma guida quella dei principi costituzionali. Hanno per ciò elaborato anche un documento analitico di valutazione del progetto di legge, che viene inviato ai parlamentari ed è disponibile sul sito www.autodeterminazione.it, al quale potranno accedere tutti coloro che intendono dare il loro sostegno all'appello.
I primi cento firmatari dell'appello e del documento
Niccolò Abriani, Francesco Adornato, Rosalba Alessi Guido Alpa, Gaetano Azzariti, Maria Vittoria Ballestrero, Angelo Barba, Andrea Barenghi, Alberto Maria Benedetti, Francesco Bilotta, Umberto Breccia, Carmelita Camardi, Enrico Camilleri, Cristina Campiglio, Valeria Caredda, Donato Carusi, Bruno Celano, Paolo Cendon, Maddalena Cinque, Emanuele Conte, Ines Corti, Marcello D'Agostino, Elena D'Alessandro, Giovanni D'Amico, Andrea D'Angelo, Gisella De Simone, Raffaella De Matteis, Pasquale De Sena, Enrico Diciotti, Guerino D'Ignazio, Vincenzo Durante, Ida Fazio, Angelo Federico, Gilda Ferrando, Luigi Ferrajoli, Giovanni Figà Talamanca, Marcella Fortino, Alfredo Galasso, Giovanni Galasso, Luigi Gaudino, Lucilla Gatt, Francesca Giardina, Andrea Giussani, Carlo Alberto Graziani, Riccardo Guastini, Antonio Iannarelli, Antonia Iraci, Leonardo Lenti, Alberto Lucarelli, Manuela Mantovani, Maria Rosaria Marella, Costanza Margiotta, Giovanni Marini, Marisaria Maugeri, Ugo Mattei, Cosimo Mazzoni, Davide Messinetti, Pier Giuseppe Monateri, Lalage Mormile, Luca Nanni, Marisa Meli, Salvatore Nicosia, Walter Nocito, Luca Nivarra, Andrea Orestano, Alessandro Pace, Andrea Paciello, Elisabetta Palermo, Pina Palmeri, Giorgio Pino, Armando Plaia, Elena Parioti, Giovanni Passagnoli, Giuseppina Pisciotta, Paolo Pollice, Roberto Pucella, Renato Pescara, Mariassunta Piccinini, Eligio Resta, Giorgio Resta, Pietro Rescigno, Maria Teresa Rodriguez, Enzo Roppo, Ugo Salanitro, Vittorio Santoro, Giovanna Savorani, Claudio Scognamiglio, Rosa Serio, Paolo Spada, Mario Trimarchi, Giuseppe Tucci Angelo Venchiarutti, Maria Carmela Venuti, Paolo Veronesi, Giuseppe Vettori, Filippo Viglione, Vittorio Villa, Nicola Vizioli, Gustavo Zagrebelsky, Paolo Zatti.   

domenica 20 febbraio 2011

"Il passo falso sulla Laicità di Cattrini a Domo". Intervento della referente UAAR Dessolis sul clericalismo dei politici

L’altra sera ho assistito alla presentazione del candidato sindaco della coalizione di centro-sinistra a Domodossola. Illustrando il programma, a un certo punto Cattrini dice che sarà qualificante lanciare il collegio Rosmini come centro culturale e sostenere la valorizzazione del beato omonimo, “grande intellettuale, figura del misticismo e della spiritualità cattolica, nonché critico innovatore nei confronti della stessa Chiesa; ciò gioverebbe anche all’economia della città per il turismo culturale e religioso che richiamerebbe”. Qualcuno ha definito questo un progetto “affascinante”, a me invece non affascina affatto che un’istituzione dello Stato si faccia promotore di istanze spirituali: uno dei capisaldi del concetto di laicità è la separazione tra la sfera politica e quella religiosa. Ritengo che i padri rosminiani o la diocesi siano ben capaci da soli di valorizzare il loro beato e lanciare tutti i progetti culturali ad esso correlati, perché se ne deve fare carico l’amministrazione comunale, che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini, compresi gli increduli e gli appartenenti ad altri culti? Nell’opera del 1932, Delle cinque piaghe della Santa Chiesa, guarda caso messa all’indice da Pio IX insieme a Della Costituzione secondo la giustizia sociale, Antonio  Rosmini denuncia la servitù dei beni ecclesiastici; come rimedio sostiene la necessità di offerte libere, non imposte d'autorità con l'appoggio dello Stato, e la rinuncia ai privilegi; non mi sembra però che la chiesa che l’ha fatto beato abbia accolto le sue proposte: oltre un miliardo di euro all’anno dell’otto per mille dato alla CEI non deriva da “offerte libere” dei fedeli che di tasca
propria  sostengono la loro chiesa, ma è sottratto dall’irpef dell’erario statale, non solo, viene distribuita, in
proporzione alle scelte espresse, anche quella quota di chi non firma per nessuna opzione; la dichiarazione dei redditi si avvicina, è bene che i cittadini
siano informati, per non parlare dei mille benefici economici e fiscali
elargiti alla stessa istituzione religiosa: esenzione ici, oneri di urbanizzazione secondaria, finanziamento delle scuole private, degli oratori (a questi 4 milioni dalla regione Piemonte, solo nell’ultimo anno di amministrazione
Bresso), finanziamento dei viaggi del papa in giro per l’Italia e nel mondo (un esempio per tutti: nel 2008 la visita a Cagliari è costata alla Regione 1 milione e 400 mila euro, altri dalla Provincia e dal Comune), persino per il prossimo convegno eucaristico che si terrà a settembre ad Ancona sono previste somme di rilevante entità; ma tutto questo non basta: un giorno sì e l’altro pure le gerarchie battono cassa, la rivendicazione del “ruolo pubblico” (ovvero politico) della religione cattolica si traduce in richieste di altri privilegi, oltre che nella pretesa di mantenere il monopolio dell’etica, e i moderni “soldati” temporalisti (detti pure zuavi), in parlamento e nelle amministrazioni locali,  se ne fanno diligentemente carico.
Il candidato sindaco ha replicato a mia domanda che l’amministrazione comunale non investirebbe un euro, ma viste le premesse e il contesto, mi permetto di non credergli; in tutti i casi non mi sembrava la sede appropriata per trattare di cultura religiosa.
Se i padri rosminiani, la diocesi o chi per loro, organizzano legittimamente eventi e in più attirano turisti a
Domodossola, non fanno che condividere in minima parte ciò che le istituzioni statali o decentrate hanno già dato. Libera Chiesa in libero Stato è lungi dall’essere realizzato, anzi prevedo già le scontate obiezioni secondo cui il mio sarebbe anticlericalismo e non laicità (come se questa non avesse niente a che fare col primo), affermando contestualmente la buona e sana laicità papalina, come dire la laicità …clericale, tutto e il contrario di tutto, il “sì ma anche” tanto di moda tra i politici nostrani, di destra e di sinistra.

Antonietta Dessolis,  referente uaar per il VCO
 verbania@uaar.it
Domodossola, 19-02-11

mercoledì 16 febbraio 2011

Omosessualità. Video conferenza stampa

17 Febbraio: "Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero".

Nella data del 17 FEBBRAIO si concentrano due importanti ricorrenze per la laicità delle Istituzioni e per la cultura laica:
il 17 febbraio 1600, a Campo dei Fiori, a Roma, dopo un processo farsa, messo in scena dall’Inquisizione, veniva arso vivo, come eretico, il filosofo nolano Giordano Bruno, campione del libero pensiero e della libertà di coscienza;
il 17 febbraio 1848, a Torino, con l’editto delle Lettere Patenti, il Re sabaudo Carlo Alberto, concedeva i diritti civili ai valdesi e,successivamente, anche agli ebrei, evento fondamentale per la libertà religiosa in Italia.
Da tempo le chiese evangeliche chiedono allo Stato italiano di istituire, nella data del 

17 FEBBRAIO la “Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero”.

lunedì 14 febbraio 2011

Consulta del Verbano Cusio Ossola per la Laicità delle Istituzioni - Statuto

ART. 1 - DENOMINAZIONE

E’ costituita un’Associazione di volontariato senza scopi di lucro, denominata “CONSULTA DEL VERBANO-CUSIO-OSSOLA PER LA LAICITA’ DELLE ISTITUZIONI” (in seguito “Consulta”), che ha come finalità la difesa della laicità delle Istituzioni e la diffusione della cultura laica.
La Consulta si ispira alla legge-quandro 266/91 sul volontariato.
La Consulta è dotata di un simbolo, consistente in una testa di donna con berretto frigio di colore rosso, incorniciato da foglie di alloro di colore verde, il tutto inserito in un cerchio con sfondo di colore nero ed accompagnato dalla scritta: “CONSULTA DEL VERBANO-CUSIO-OSSOLA  PER LA LAICITA’ DELLE ISTITUZIONI” di colore rosso.
La Consulta aderisce al Coordinamento nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni e alla Carte dei Principi comune a tutte le Consulte.
L’accettazione della Carta dei Principi costituisce condizione necessaria per l’adesione alla Consulta.
ART. 2 - SEDE

La Consulta ha sede legale in Verbania
Il Comune della sede potrà essere variato solo per delibera dell’Assemblea Straordinaria.
Per ragioni funzionali può essere individuata una sede operativa, diversa dalla sede legale.

ART. 3 - SCOPI

La Consulta promuove, principalmente, le seguenti attività:
  • azioni per l’abolizione di tutte le norme costituzionali (art.7), legislative e governative nazionali, regionali, locali e di ogni altro tipo  che limitino la laicità delle Istituzioni e favoriscano concessioni di compiti, contributi, diritti e privilegi ad altre istituzioni, tali da compromettere la laicità  delle Istituzioni pubbliche;
  • prese di posizioni ed iniziative sugli atti e sulle politiche delle amministrazioni locali, dei Governi e dei Parlamenti Nazionale ed Europeo e di ogni altra Istituzione riguardanti i temi della laicità  e della libertà di pensiero;
  • incontri e seminari sul tema della libertà di pensiero, della laicità delle Istituzioni,  dei diritti umani, delle libertà individuali, della libertà di ricerca scientifica e del progresso umano;
  • iniziative di collaborazione e di reciproco scambio fra le diverse Associazioni aderenti, al fine di promuovere una più visibile ed incisiva presenza culturale delle Associazioni laiche della città;
  • eventi culturali ed artistici attinenti alla laicità;
  • visite guidate ai luoghi ed ai monumenti significativi nella storia della libertà di pensiero e della laicità;
  • formazione ed aggiornamento di docenti ed educatori delle scuole di ogni ordine e grado e di ogni altra istituzione, finalizzati alla promozione dei principi laici;
  • interventi presso le istituzioni scolastiche, con i predetti fini;
  • diffusione di informazioni nei media e costituzione di un “osservatorio laico” sulle questioni  di interesse della Consulta;
  • pubblicazioni di notiziari, opuscoli, libri, video sui temi della laicità;
  • rapporti con realtà similari sia in Italia che all’estero;
  • qualunque altra iniziativa utile ai fini della diffusione della conoscenza della Consulta e al raggiungimento delle sue finalità;
  • iniziative tese a favorire la civile convivenza e l’integrazione fra persone e culture diverse.

ART. 4 - FINANZE

Le entrate dell’Associazione sono costituite:
a)     dalle quote associative, stabilite di anno in anno con delibera della Giunta Esecutiva e ratificate dall’Assemblea dei Soci;
b)     dalle elargizioni e contributi volontari effettuate dagli associati;
c)      dalle liberalità ricevute in occasione di manifestazioni alle quali l’Associazione partecipi o ne sia promotrice;
d)     da contributi privati e/o pubblici, nazionali ed interna­zionali;
e)     da sovvenzioni, donazioni, eredità o legati o lasciti di Terzi o di associati, sia con espresso vincolo di destinazione che senza precisazione di destinazione;
f)      dalle eventuali rendite finanziarie e immobiliari.
E’ fatto divieto assoluto di dividere, anche in forme indirette, gli eventuali proventi tra gli associati. Ogni eventuale avanzo di gestione deve essere obbligatoriamente reinvestito a favore di attività istituzionali previste dal presente Statuto.

ART. 5 - SOCI

Il numero degli aderenti alla Consulta è illimitato. Possono chiedere di aderire alla Consulta le Associazioni apartitiche che vogliano promuovere, fra i loro scopi, la difesa della laicità delle Istituzioni ed iniziative tese a diffondere la cultura della laicità secondo i principi elencati nella nostra Carta dei Principi. Possono altresì aderire alla Consulta, come singoli, coloro che intendono concretamente operare secondo i principi enunciati nella nostra Carta dei Principi.
La richiesta di adesione va presentata per iscritto o per e-mail al Coolegio dei Garanti e dei revisori dei conti che avendo valutato idonea la richiesta inoltra la domanda di adesione all'Assemblea che ha il compito di deliberare in merito.

Le Associazioni o i singoli che intendono aderire alla Consulta devono inoltrare specifica richiesta scritta, impegnandosi a rispettare la Carta dei Principi, compilando il modulo di adesione e versando la quota associativa.
L’ammissione di nuove Associazioni  è deliberata dall'Assemblea con la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, su proposta del Coolegio dei Garanti e dei revisori dei conti.
Le Associazioni o i singoli aderenti possono recedere dalla Consulta in qualsiasi momento, dandone comunicazione scritta al Coordinatore.

ART. 6 - DIRITTI E DOVERI DEI SOCI

I Soci sono tenuti:
a) ad osservare il presente Statuto e la Carta dei Principi, gli eventuali regolamenti interni e le deliberazioni legalmente adottare dagli organi associativi;
b) a mantenere sempre un comportamento eticamente corretto nei confronti della Consulta;
c) a versare la quota associativa alla scadenza prevista fissata, per i rinnovi, a 12 mesi dalla data di ammissione;
d) a comunicare il cambio di residenza e di indirizzo telematico.
I Soci hanno diritto:
a) a partecipare a tutte le attività promosse dall’Associa­zione;
b) ad accedere alle cariche associative.
I Soci hanno diritto inoltre a frequentare i locali sociali ed a servirsi gratuitamente del materiale di studio e della docu­mentazione non riservata in possesso del sodalizio, nel rispetto della normativa a tutela del diritto alla riservatezza.
La qualità di Socio si perde per recesso, dimissioni, moro­sità o indegnità.
In caso di mancato pagamento della quota associativa la Giunta Esecutiva, previo sollecito scritto,  può richiedere l'esclusione del Socio moroso al Coolegio dei Garanti e dei revisori dei conti.
L’indegnità viene sancita dal Coolegio dei Garanti e dei revisori dei conti per gra­vi atti o comportamenti dei Soci nei loro rap­porti con la Consulta, con altri Soci o con terzi, che siano giudicati incompatibili con la Carta dei Principi o ta­li da ledere l’immagine della Consulta, costituendo un danno comprovato per essa.
Il Socio espulso ha facoltà di pre­sentare ricorso, che deve pervenire all'Esecutivo entro trenta giorni dalla notifica  del prov­vedimento stesso. L'Esecutivo ha l'obbligo di inoltrare il ricorso al Coolegio dei Garanti e dei revisori dei conti. L’Assemblea Ordinaria, alla prima convocazione utile, è competente per la decisione definitiva sul provvedimento di espulsione.

ART. 7 - QUOTA ASSOCIATIVA

La quota associativa è stabilita annualmente dall’Assemblea Ordinaria su proposta dell'Esecutivo

ART. 8 - ORGANI DELL’ASSOCIAZIONE

Gli organi della Consulta sono:
a)     l’Assemblea
b)     il Coordinatore
c)      l'Esecutivo
d)     il Segretario
e)     il Tesoriere
f)      il Collegio dei Garanti e dei Revisori dei conti

ART. 9 - ASSEMBLEA

L’Assemblea è l’organo sovrano della Consulta.
L'Assemblea Ordinaria viene convocata di norma almeno una volta all'anno per deliberare sul Conto Consuntivo e sul Conto Preventivo. La convocazione dell'Assemblea ordinaria contenente luogo, data, ora e l'ordine del giorno deve essere pubblicizzata nella maniera più ampia possibile e dovrà comunque essere affissa almeno 30 giorni prima presso la sede legale della Consulta.
L’Assemblea deve essere convocata, qualora richiesto con regolare domanda, sottoscritta da almeno un decimo dei Soci, a norma dell’art. 20 del C.C.
L’Assemblea può essere convocata anche in un luogo diverso dalla sede legale.

L'Assemblea è costituita dai rappresentanti delle Associazioni aderenti e dai rappresentanti degli aderenti singoli.
Le Associazioni aderenti alla Consulta sono rappresentate in Assemblea da un membro effettivo, ovvero da un membro supplente, con diritto di voto, singolo ed individuale, designati per iscritto dall’Associazione di appartenenza; le Associazioni hanno libera facoltà di sostituire, in qualsiasi momento, i propri rappresentanti, dandone comunicazione scritta.
Coloro che aderiscono singolarmente alla Consulta hanno diritto ad eleggere un loro rappresentante con diritto di voto ed uno supplente. Qualora le adesioni individuali superino il numero di quindici soci, essi posso eleggere un secondo rappresentante con diritto di voto e un secondo supplente.

Hanno diritto di intervenire senza diritto di voto alle Assemblee tutti i Soci in regola con il pagamento della quota annuale.

L’Assemblea Ordinaria delibera validamente in prima convoca­zione con l’intervento della metà più uno dei Soci e la mag­gioranza semplice dei voti. In seconda convocazione, da tenersi almeno un'ora dopo l'ora fissata per la prima convocazione, delibera a maggioranza semplice dei voti, qualunque sia il numero dei presenti.
L’Assemblea Straordinaria delibera validamente, in prima con­vocazione, con la maggioranza di almeno due terzi dei Soci; in seconda convocazione, con la maggioranza assoluta degli aventi diritto.
L’Assemblea Straordinaria delibera validamente lo scioglimento del sodalizio con il voto favorevole di almeno tre quarti dei Soci.

ART. 10 - COMPITI DELL’ASSEMBLEA

L’Assemblea si riunisce in via ordinaria ogni sei mesi e comunque almeno una volta all'anno.
L’Assemblea Ordinaria delibera sul Conto Consuntivo e sul Conto Preventivo, sugli indirizzi generali dell’Associazio­ne ed in particolare:
  • nomina il Coordinatore della Consulta;
  • nomina i componenti dell'Esecutivo
  • nomina il Collegio dei Garanti e dei Revisori dei conti stabilisce, su proposta dell'Esecutivo, le quote associative annuali a carico dei Soci;
  • stabilisce il programma di attività della Consulta;
  • convalida le domande di associazione;
  • delibera inappellabilmente sui ricorsi presentati dai Soci espulsi;
  • approva eventuali  regolamenti;
  • svolge ogni ulteriore compito ad essa attribuito dal presente Statuto.
L’Assemblea Straordinaria è convocata ogni qualvolta l'Esecutivo lo ritenga opportuno, in relazione all’impor­tanza delle decisioni da adottare, nonché per deliberare sul­le modificazioni dello Statuto, sulla revoca del Coordinatore e sullo scio­glimento dell’Associazione. Per le convocazioni valgono le stesse modalità previste per l’Assemblea Ordinaria.

ART.11 - COORDINATORE

Il Coordinatore viene eletto dall’Assemblea, a maggioranza semplice e costituisce il legale rappresentante della Consulta.
Egli presiede e convoca l’Assemblea e l'Esecutivo, rimane in carica per il periodo di due  anni, può essere revocato dall’Assemblea, venendo sostituito ed è rieleggibile.
Il Coordinatore rappresenta l'unità della Consulta e ne assicura il regolare funzionamento coadiuvato dall'Esecutivo Ha inoltre il compito di mantenere informate in maniera assidua e costante i rappresentanti delle Associazioni aderenti e il o i rappresentanti degli aderenti singoli, in ordine a tutte le attività svolte in attuazione di quanto previsto dall’art. 3.

In caso di prolungato impedimento, il Collegio dei Garanti e dei Revisori dei conti Ha il compito di convocare l'Assemblea per permettere nuove elezioni.

ART. 12 - SEGRETARIO

Il Segretario  oltre a coadiuvare il Coordinatore nello svolgimento delle sue funzioni, lo sostituisce in caso di necessità o temporaneo impedimento.





ART. 13 - ESECUTIVO

L'Esecutivo è l'organo di direzione della Consulta tra un'Assemblea e un'altra,  viene eletto ed eventualmente revocato o modificato dall’Assemblea a maggioranza semplice, è presieduto dal Coordinatore, che lo convoca, ed è composto, oltre che da questi,  da un numero pari di componenti, non superiore a dieci, inclusi il Segretario e il Tesoriere.
Esso svolge funzioni operative ed esecutive ed ha i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione. L'Esecutivo dura in carica per il periodo di  due anni ed i suoi componenti sono rieleggibili.
L'Esecutivo ha il compito di:
·         eleggere nel proprio ambito il Segretario che può essere altresì revocato;
·         eleggere nel proprio ambito il Tesoriere che può essere altresì revocato;
·         assicurare lo svolgimento delle attività previste dall'Assemblea;
·         predisporre i bilanci annuali (preventivo e consuntivo);
·         applicare le decisioni prese dall'Assemblea;
·         sostituire uno o più componenti dimissionari cooptando un socio con votazione unanime solo fino a che sia in carica la maggioranza dei componenti eletti all'ultima Assemblea;
  • autorizzare gli atti e i contratti di ogni genere inerenti all'attività dell'Associazione;
  • propone l'esclusione di un Socio per morosità come previsto dell'art.6.

L'Esecutivo può nominare al proprio interno dei responsabili di singole attività, di settori tematici oppure di aree geografiche garantendo così la distribuzione equa del carico di lavoro.
L'Esecutivo si occupa inoltre di qualunque altra attività a lui attribuita dallo Statuto.
Nel caso in cui venga meno la maggioranza degli eletti, l’Assemblea provvederà ad integrarla.
Ai lavori dell'Esecutivo partecipano, senza diritto di voto, i componenti del Collegio dei Garanti e dei Revisori dei conti. 

ART. 14 - TESORIERE

Il Tesoriere  provvede alla gestione amministrativa, contabile e fiscale, prepara i bilanci annuali (preventivo e consuntivo) da sottoporre alla deliberazione dell'Esecutivo e all'approvazione dell’Assemblea, sentito il parere del Collegio dei Garanti e dei Revisori dei conti. Il Tesoriere si occupa inoltre del reperimento dei fondi (fund raising) seguendo le deliberazioni Esecutivo.
Egli rimane in carica per il periodo di due anni ed è rieleggibile.

ART. 15 – COLLEGIO DEI GARANTI E DEI REVISORI DEI CONTI

Il Collegio dei Garanti e dei Revisori dei conti, opera e si pronuncia in base alle norme del presente Statuto, dei regolamenti e delle deliberazioni assunte dagli organi dell'Associazione.

Il Collegio dei Garanti e dei Revisori dei conti è organo di garanzia statutaria, regolamentare e di giurisdizione interna, è costituito da tre componenti, viene eletto e può essere revocato o modificato dall’Assemblea a maggioranza semplice. Esso è convocato e presieduto dal Presidente, eletto dal Collegio medesimo nella prima seduta. Esso rimane in carica per il periodo di tre anni ed i suoi componenti sono rieleggibili.

Nel caso in cui venga meno la completezza del Collegio, l’Assemblea provvederà ad integrarlo.

Il Collegio dei Garanti e dei Revisori dei conti:
  • svolge funzioni di proposta all’Assemblea, ai fini dell’ammissione di nuove Associazioni.
  • In caso di impedimento del Coordinatore e del Segretario svolge temporaneamente le funzioni del medesimo.
  • delibera su richiesta di parte l’esclusione dei Soci aderenti, allorché se ne verifichino i presupposti,  ovvero fatti e comportamenti, messi in atto dai Soci ai sensi dell’Art. 6 del presente Statuto. Delibera altresì l'esclusione di un Socio per morosità, come previsto dall'art. 6, su richiesta dell'Esecutivo.
  • ha il compito di dirimere le controversie insorte tra i soci e gli organi dell'Associazione.
  • Ha inoltre il compito di fornire pareri sulla corretta interpretazione del presente Statuto, compito che può delegare al Presidente del Collegio. 
·         si riunisce almeno una volta all’anno, convocato dal suo Presidente, per controllare il bilancio consuntivo predisposto dall'Esecutivo- Il Collegio, verificato l’andamento dell’amministrazione, la regolare tenuta delle scritture contabili e la corrispondenza dei bilanci alle stesse, riferisce all’Assemblea con relazioni scritte.

ART. 17 - SCIOGLIMENTO

La Consulta è costituita a tempo indeterminato.
Cause di scioglimento automatico della Consulta sono costituite dalla volontà di tutti gli associati; dal recesso, che può essere esercitato in qualunque tempo, ad opera di non meno di quattro quinti degli associati.
Inoltre, costituiscono cause di scioglimento della Consulta l’impossibilità di funzionamento della stessa ovvero la sua protratta inattività, che dovranno essere constatate dall’Assemblea ed ogni altra causa prevista dalla legge.
In caso di scioglimento, cessazione o estinzione della Consulta, nei modi e nelle forme di legge, il patrimonio residuo dovrà essere obbligatoriamente devoluto a fini di utilità sociale (come previsto dall’articolo 3, comma 2, lettera J, della L.R. 7/2006).
 Alla devoluzione di tali fondi provvederà – quale liquidatore – il Collegio dei Garanti e dei Revisori dei conti.

ART. 18 - MODIFICHE STATUTARIE

Il presente Statuto può essere modificato a seguito di deliberazione dell’Assemblea Straordinaria, convocata dal Coordinatore ovvero da  almeno un terzo degli aventi diritto di voto, secondo quanto previsto dagli  artt. 9 e 10 del presente Statuto.

ART. 19 - NORME FINALI

Per tutto quanto non espressamente previsto nel presente Statuto si fa riferimento alle norme di legge vigenti della Repubblica Italiana, così come integrate, ovvero integrabili, mediante ricorso alle norme dell’ordinamento Europeo.