LAICITA’ E’ LO SPAZIO
IN CUI OGNI PERSONA,
IN UNO STATO CIVILE,
DEVE ESSERE E SENTIRSI
LIBERA DI SCEGLIERE!
Sulla delibera della Regione Piemonte che istituzionalizza il “movimento per l’embrione” nei consultori pubblici.
Il 15 ottobre scorso il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato la delibera 21-807 che autorizza l’ingresso nei consultori pubblici dei volontari del “Movimento per la vita” e delle associazioni che hanno nello statuto la finalità della “tutela della vita sin dal concepimento” allo scopo di individuare e rimuovere le cause che portano una donna a chiedere l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e a sostegno della vita nascente. Evidentemente non in grado di assumere decisioni autonome e consapevoli, la donna, si legge nel testo, viene presa in carico fin dal primo colloquio e le sue motivazioni valutate a livello psicologico, sociale, educativo ed anche economico: con il formale rinvio ad “una più corretta applicazione” della legge 194 in realtà si maschera l’obiettivo di rendere più lungo, difficile e penoso l’iter di accesso all’ ivg. Come Consulta laica del VCO, riteniamo inaccettabile la presenza nei consultori di chi, da anni, aggredisce e colpevolizza le donne che esercitano un diritto fondamentale e irrinunciabile: l’autodeterminazione sui propri corpi in tema di maternità. La consulta sostiene il ricorso al TAR presentato a dicembre dalla Casa delle donne di Torino, in quanto tale provvedimento è illegittimo e fortemente lesivo dei diritti, della dignità e dell'autodeterminazione delle donne, impone – in un momento di scelta particolarmente difficile e delicato – un pesante condizionamento ideologico da parte di soggetti pregiudizialmente contrari all'applicazione delle legge 194/78. Il provvedimento, dunque, è censurabile perché viola la legge 194/78, le leggi, nazionale e regionale, istitutive dei consultori, il principio di uguaglianza espresso dall'art. 3 della Carta Costituzionale e la normativa in materia di protezione dei dati personali. L’obiettivo di tale delibera sarebbe di “ridurre un tasso di abortività che in Piemonte è più elevato della media nazionale: noi pensiamo che per la prevenzione dell’aborto sia necessaria una maggiore informazione, nei consultori e nelle scuole, sui metodi contraccettivi, invece la si affida proprio a chi è contrario a questi, ciò è paradossale! In questo modo un’istituzione pubblica fa propria quell’ideologia della colpevolizzazione e della negazione dell’autodeterminazione, contro una legge dello Stato, e ciò è gravissimo.
L'ORGANIZZAZIONE LAICA nel V.C.O.
1) Libert'aria : spazio di informazione laica e gruppo di lavoro sulla comunicazione.
4) "La roba" : gruppo di iniziativa su 8 x mille e le svariate forme di finanziamento pubblico alle chiese, in particolar modo alla cattolica.
A margine di tutto ciò vi è l'impegno a ricontattare le associazioni aderenti alla Consulta per stabilire una proficua e duratura collaborazione e la volontà di confrontarsi con il complesso delle forze politiche e sociali presenti sul territorio.
REFERENTI DELLA CONSULTA del V.C.O.
per la LAICITA ’ delle ISTITUZIONI
Coordinatore: past. Jean-Félix Kamba Nzolo – 347 854 51 35
Per il Verbano - Fabio Ruta – 340 659 27 27
Per il Cusio - Gianpiero Bonfantini – 331 990 21 09
Per l’Ossola - Antonietta Dessolis - 339 749 24 13
TUTTI RAGGIUNGIBILI anche E-MAIL all’indirizzo : consultalaica.vco@gmail.com
Non c’è più religione, per chi non la vuole!
L’ora alternativa a quella di religione cattolica è un diritto che la scuola italiana è obbligata a garantire.
Con un’ordinanza del 30 luglio 2010, il Tribunale di Padova ha stabilito che la sua mancata attivazione costituisce “un comportamento discriminatorio illegittimo”. Viene così riconosciuto un diritto civile, quello di scegliere, troppo spesso taciuto e ostacolato. E’ stata un’importante vittoria legale dell’uaar, che da anni, insieme ad altre associazioni laiche, si impegna per garantire il rispetto di milioni di cittadini che non appartengono ad una religione o ne hanno una diversa dalla cattolica.
Con la possibilità del relativo utilizzo dei fondi appositamente stanziati, anche in Piemonte le Associazioni Laiche Torinesi (Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni, Comitato Torinese per la Laicità della Scuola, Associazione 31 ottobre per una scuola laica e pluralista promossa dagli evangelici italiani, Centro Iniziativa Democratica Insegnanti (CIDI), Coordinamento Genitori Democratici(CGD), FLC-CGIL Torino, COOGEN Coordinamento Genitori Nidi, Materne, Elementari, Medie, CUB Scuola, FNISM Federazione Nazionale Insegnanti, Gruppo di Studi Ebraici, UIL Scuola) hanno ottenuto (dopo aver dovuto per tale scopo effettuare un esposto al difensore civico della Regione Piemonte) che il Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale, dott. Antonio De Sanctis, ottemperasse ai doveri del proprio ufficio, informando adeguatamente tutte le scuole del Piemonte, di ogni ordine e grado, in merito alle modalità di attivazione dell'ora alternativa e di accesso ai fondi ad essa destinati.
D'ora in avanti, nessuno potrà più affermare di non conoscere la normativa in materia e di non disporre di fondi per l'ora alternativa.
Ogni mancata attivazione di questa non potrà pertanto che configurarsi per ciò che essa è, ovvero una aperta VIOLAZIONE delle LEGGI DELLA REPUBBLICA e DEI DIRITTI DEGLI STUDENTI E DELLE FAMIGLIE, che può e deve essere sanzionata per legge.
N.B. Il testo completo della circolare, le modalità di richiesta e la metodologia per ottenere gli stanziamenti può essere richiesta integralmente all’indirizzo e-mail: consultalaica.vco@gmail.com
Consulta per la Laicità delle Istituzioni – chi siamo.
past. Jean-Félix Kamba Nzolo – Coordinatore
Per definire cosa sia una Consulta laica bisogna prima di tutto aver chiaro il significato delle parole: <<laicità>>, <<laicità dello Stato>> o <<Stato laico>>. L’espressione <<laicità>> indica in campo politico, il rispetto delle coscienze e il principio della non competenza dello Stato in materia religiosa. Lo <<Stato laico>> è, per dirla con la Treccani, << quello che riconosce l’eguaglianza di tutte le confessioni religiose, senza concedere particolari privilegi o riconoscimenti ad alcuna di esse, e che afferma la propria autonomia rispetto al potere ecclesiastico>>. Si basa dunque sulla distinzione tra la sfera pubblica e quella della coscienza dell’individuo.
La laicità dello Stato più che significare neutralità, indifferenza o, peggio ancora, ostilità dello Stato nei confronti delle religioni, vuol dire impegno dello stesso nel garantire e tutelare la libertà degli individui di credere o di non credere, e di manifestare il loro pensiero. Per quanto riguarda le scelte confessionali dei suoi cittadini, lo Stato laico è assolutamente incompetente e neutrale, nel senso che non ne fa propria nessuna perché deve tutelarle tutte. Purtroppo, la realtà italiana è alquanto contraddittoria e paradossale. La stessa Costituzione della Repubblica che – pur non parlando espressamente di laicità- riconosce, il principio di separazione ai sensi dell’articolo 7 << Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani>>, fa ricorso ai Patti Lateranensi che sono un documento che intendeva definire i rapporti tra il regime fascista e la Chiesa cattolica.
Che dire? Oggi come al tempo del fascismo, i Patti Lateranensi sono uno strumento per privilegiare la Chiesa cattolica come lo dimostrano le ampie concessioni che le vengono fatte. Se nel 1870, con la breccia di Porta Pia, cadde il potere temporale dei papi, nel 1929 il temporalismo della Chiesa è stato nuovamente legittimato con i Patti Lateranensi: non tanto nella forma statica del piccolo possesso territoriale, quanto in quella, mobile e dinamica, del potere economico e della gestione sociale, assai più agile e penetrante. Nonostante la revisione del Concordato lateranense del 1984 con la quale veniva abolito l’anticostituzionale riferimento alla religione cattolica romana come << sola religione dello Stato», l’Italia dimostra di essere ancora uno <<Stato confessionale cattolico>>. Oggi più che mai c’è un’emergenza laicità che chiama in campo tutti coloro che vogliono tutelare la cultura laica contro le derive di uno Stato che perde costantemente elementi della sua natura laica nelle leggi che adotta e le continue ingerenze delle gerarchie cattoliche nelle materie << eticamente sensibili>>. La Consulta del Verbano Cusio Ossola per la Laicità delle Istituzioni è un’associazione di associazioni e di singoli. Aderisce al Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni che hanno in comune la Carta dei principi. Tra gli scopi statutari, la Consulta laica del V.C.O. si prefigge come obbiettivi principali:
-promuovere azioni per l’abolizione di tutte le norme costituzionali (art.7 della Costituzione italiana), legislative e governative nazionali, regionali, locali e di ogni altro tipo che limitino la laicità delle Istituzioni e favoriscano concessioni di compiti, contributi, diritti e privilegi ad altre istituzioni, tali da compromettere la laicità delle Istituzioni pubbliche;
-prese di posizioni ed iniziative sugli atti e sulle politiche delle amministrazioni locali, dei Governi e dei Parlamenti Nazionale ed Europeo e di ogni altra Istituzione riguardanti i temi della laicità e della libertà di pensiero.
Nel suo libro dal titolo << Perché laico>> Stefano Rodotà scrive: << La vicenda della laicità viene storicamente identificata con la contrapposizione tra clericali e anticlericali che, con il passare del tempo, ha finito con l’apparire sempre più datata, addirittura presentata con le stimmate negative di un anacronismo. Ma così non è, perché le pretese dei diversi fondamentalismi, le dispute intorno ai valori ripropongono spesso drammaticamente la questione dei rapporti tra fede e politica, tra regole giuridiche e regole etiche. Perfino più radicalmente che in passato siamo obbligati a interrogarci intorno al modo di costruzione della sfera pubblica e di quella privata, al libero sviluppo della personalità, ai caratteri stessi dello Stato>>. Termino con un invito rivolto ai singoli e a tutte le associazioni presenti sul territorio che hanno a cuore i temi della laicità delle istituzioni, dello Stato, della sua indipendenza dalle religioni dunque nel principio laico<< libera Chiesa in libero Stato>>, della libertà di scelta e dunque del diritto all’autodeterminazione, di iscriversi alla Consulta laica del V.C.O.
CARTA DEI PRINCIPI
A. Costituiscono conquiste irrinunciabili della civiltà umana, nelle sue più alte espressioni: la cultura della tolleranza, la cultura del rispetto dell’autonomia, della libertà e della responsabilità individuali, la cultura della razionalità e della distinzione fra pubblico e privato.
B. La dimensione e le istituzioni pubbliche implicano il riconoscimento di uno spazio comune che garantisca libertà e diritti per ciascuno e per tutti, entro il quale gli individui ed i gruppi sociali trovino possibilità di libere relazioni, senza interferenze reciproche lesive. La dimensione privata riguarda l’ambito di espressione degli individui e delle loro libere associazioni, comprese quelle religiose.
C. Le diverse comunità di individui, liberamente costituite e garantite, entro i limiti costituzionali, possono rivestire ruolo pubblico, ma non devono assumere funzioni prevaricatrici sul patto di civile convivenza, garantito dalla legge, secondo il quale i diritti dell’individuo devono trovare adeguata tutela e protezione anche nell’ambito e nei confronti delle stesse comunità di appartenenza, siano esse familiari, etniche, linguistiche, religiose, ideologiche, o di qualsiasi altro tipo.
D. L’atteggiamento laico implica che i soggetti pubblici rinuncino concordemente ad applicare alla sfera collettiva, pubblica e politica i propri principi e verità religiosi ed i propri valori etici assoluti e non negoziabili, potenzialmente configgenti con verità religiose e valori etici assoluti altrui, quando dovessero limitare le altrui libertà di espressione o di azione, ed a volerli imporre a tutti i cittadini in forza di legge.
E. Lo Stato laico costituisce l’opposto dello Stato confessionale (o dello Stato etico), cioè dello Stato che assume come propria una determinata religione (o ideologia) e ne privilegia i fedeli rispetto ai seguaci di altre religioni (o ideologie).
Lo Stato laico non professa pertanto una ideologia antireligiosa, irreligiosa o atea: semplicemente esso non ne professa ne deve professarne alcuna. IL TESTO INTEGRALE DEI PRINCIPI E L’ATTO COSTITUTIVO PUO’ ESSERE RICHIESTO ALL’INDIRIZZO E-MAIL: consultalaica.vco@gmail.com
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