sabato 12 dicembre 2015

Scuola & Laicità


"LA SCUOLA SIA DI TUTTI. LAICA E PLURALISTA"

Non ci piace proprio l'offensiva confessionale che si é scatenata sul versante della scuola. Non bastavano le scuole paritarie private, solitamente cattoliche, abbondantemente sovvenzionate da finanziamenti pubblici. Non bastava l'anacronistica ed inaccettabile permanenza, nelle scuole pubbliche, dell'ora di religione: con insegnanti scelti dalla curia ma pagati dai contribuenti!
Ora la pretesa é che vengano imposti crocifissi e presepi, canti religiosi. In questo modo si snatura la natura inclusiva e pluralistica che deve avere la pubblica istruzione e si finisce per imprimere una impronta catechistica alla educazione.
L’esatto opposto di quanto avviene in Francia, dove è stata approvata una “carta della laicità” per le scuole pubbliche ed istituita una “giornata della laicità”.

 Lo studio delle religioni non deve essere affatto alieno agli studenti italiani. Ma occorre che abbia un taglio scientifico, storico, antropologico, culturale. Occorre che l’approccio a questi temi adotti una impostazione di approfondimento culturale, privo di risvolti confessionali. Dunque è indispensabile che sia tenuto da insegnanti specializzati del corpo docente (selezionati per concorso pubblico e non scelti dalla Curia) e  che  necessariamente comprenda anche l'analisi del libero pensiero, dell'ateismo, dell'agnosticismo.  Sostituendosi all’ora di insegnamento della religione cattolica, che va abolita.

            Inoltre è importante che la scuola formi realmente alla cittadinanza attiva, partecipativa, democratica. Al pluralismo. Ed é necessario che si rompano consolidati tabù, vincendo resistenze oscurantiste. E che nelle scuole entrino programmi che comprendano una efficace educazione sessuale ed al rispetto di genere, la prevenzione alle MTS ed il contrasto al bullismo.

Nuzzi e Fittipaldi: Penne Libere!"

Nuzzi e Fittipaldi: Penne Libere
“La consulta del VCO per la laicità delle istituzioni conferisce ai due autori un riconoscimento dedicato alla memoria di Antonietta Dessolis, per le loro coraggiose inchieste sul Vatileaks”
                                      
La Consulta del VCO per le Istituzioni  sceglierà ogni anno autori di opere giornalistiche o di inchiesta, ai quali verrà riconosciuto il titolo di “Penne Libere”.
Un riconoscimento (simbolico: una lettera/pergamena inviata agli autori) dedicato alla memoria di Antonietta Dessolis, apprezzata militante laica e per i diritti civili, a lungo referente della Associazione UAAR per il VCO e cofondatrice della nostra Consulta.
Per l’anno 2015 gli autori a cui verrà conferito il riconoscimento sono Gianluigi Nuzzi (autore di “Via Crucis”) ed Emiliano Fittipaldi (autore di “Avarizia”).
Scelti per le loro coraggiose inchieste sulle finanze e spese del Vaticano.
Inchieste che testimoniano  l’impegno a tenere informata la popolazione su temi in cui ben pochi colleghi osano avventurarsi. Il processo presso il Tribunale Vaticano in cui i due giornalisti sono occorsi ci pare una esplicita minaccia contro la libertà di stampa. Oltre 110 deputati di diversi gruppi  hanno sottoscritto un appello, preoccupati per il procedimento in corso e per il rischio che non vengano garantiti sufficienti diritti di difesa. Migliaia di persone hanno sottoscritto la petizione Online “NoInquisizione” (su www.change.org) chiedendo che vengano ritirate le accuse, in quello che appare a molti  come un processo medioevale.
Un altro aspetto ci preme sottolineare. Molte persone sperano in un nuovo corso che porti al rinnovamento ed alla riforma della Chiesa Cattolica, sotto la guida di Bergoglio. Ma nessun cambiamento e riforma, avviene se non nella totale trasparenza. Se una istituzione o un ente, religioso o civile, volesse apparire credibile, dovrebbe proporsi come  “casa di vetro”.
Nuzzi e Fittipaldi andrebbero dunque ringraziati per l’opera di informazione svolta.
Purtroppo caratteristica prettamente italica è una schiacciante preponderanza mediatica della Chiesa Cattolica: a fronte di voci atee, agnostiche, laiche o dei culti minoritari, quasi silenziate. Tale caratteristica è allo stesso tempo causa ed effetto dello strapotere clericale nella politica, con le conseguenze note in materia di diritti civili (dalla arretratezza nel riconoscere le coppie omosessuali, o al tabù che impedisce la legalizzazione della eutanasia, o ancora alla anacronistica pretesa di esporre simboli religiosi nelle scuole pubbliche).