venerdì 27 settembre 2013

Ora di religione, lettera al provveditorato




Comunicato stampa, lettera aperta

“Antistorica e sbagliata l’ora di religione nelle Scuole Pubbliche. Deve essere presto abolita. E nel frattempo le scuole sono obbligate a garantire le alternative previste dalla legge”

 

Alla Cortese attenzione del Dott. Antonio Catania

Dirgente Reggente Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte

Ufficio XIII Ambito territoriale per la provincia del Verbano Cusio Ossola

 

Noi Laici siamo radicalmente contrari alla antistorica imposizione dell’Insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole pubbliche. Questo istituto, pagato coi soldi di tutti i cittadini, rappresenta una grave lesione dei principi democratici di laicità, di rispetto del pluralismo religioso e della libertà pensiero. La adozione di materie alternative non soddisfa affatto tali principi, poiché essa avviene come alternativa alla obbligatorietà dell’insegnamento della religione, che noi vorremmo con urgenza superato e che non riteniamo consono ad un sistema formativo moderno, pluralista, multi religioso, multiculturale ed inclusivo. La normativa in vigore appare dunque ipocritica e deficitaria: l’IRC andrebbe abolita una volta per tutte, senza alcuna esitazione.  L’educazione alla cittadinanza o lo studio dei sistemi di pensiero (atei, agnostici , razionalisti) e delle diverse fedi in una ottica laica e non di parte sarebbe invece auspicabile. Nostante sia antistorica, sbagliata e deficitaria, l’attuale normativa prevede l’obbligo per le scuole di istituire l’ora alternativa, garantendone  l’attivazione ed il finanziamento. Diverse segnalazioni di  studenti e genitori ci informano del fatto che ciò frequentemente non avviene.  Anche chi sceglie di non avvalersi dell’IRC talvolta viene “tenuto” in classe durante l’ora di religione, oppure costretto a non ricevere una adeguata alternativa. Le chiediamo pertanto di avviare un monitoraggio della applicazione della normativa e di sollecitare scuole ed istituti ad attivare le alternative all’IRC previste per legge, in attesa che l’ora di religione venga finalmente superata e consegnata al  passato. Prospettiva per la quale continueremo a batterci con forza.

Distinti Saluti

Jean – Félix Kamba Nzolo (coordinatore della “Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni”)

Fabio Ruta (segretario organizzativo della “Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni”)

giovedì 6 giugno 2013

Quaderni laici n.9

Nuove materie scolastiche per la formazione di buoni cittadini ed esseri umani
prezzo: 15,00€
Educazione alla cittadinanza, per educare al rispetto dei diritti costituzionali di tutti i cittadini
Educazione sessuale, per educare a una sessualità serena fondata sul rispetto
Storia delle religioni e del libero pensiero, per insegnare diverse visioni del mondo e concezioni etiche

Nella prospettiva di una moderna didattica laica si rivela essenziale istituire due nuove materie curriculari obbligatorie, Educazione alla cittadinanza ed Educazione sessuale, nonché una nuova materia facoltativa, Storia delle religioni e del libero pensiero, che dovrebbe poi sostituire l’insegnamento facoltativo concordatario della religione cattolica, divenendo obbligatoria.
Uno Stato laico non può infatti abdicare né demandare ad altri la formazione di buoni cittadini, educati al rispetto dei diritti costituzionali di tutti, in primis le minoranze, nonché di esseri umani che conoscano le diverse e possibili visioni del mondo fondate sulle varie religioni o concezioni etiche e capaci di vivere una sessualità serena fondata sul rispetto dei partner.

Dibattito: Monica Lanfranco, Maryam Namazie, Shahrzad Sabry, Wassyla Tamzali

Intervista di Federico Calcagno a Tullio Monti

domenica 12 maggio 2013

Eutanasia e Testamento biologico incontro pubblico a Cesara

PATROCINIO DEL COMUNE DI CESARA
 
Giovedì 23 maggio 2013
Cesara
Sala Polifunzionale via M. Garga 12
ore 21.00
INCONTRO PUBBLICO
PRESENTAZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE
DI INIZIATIVA POPOLARE PER
EUTANASIA  LEGALE  E TESTAMENTO BIOLOGICO
interverranno:
Mina Welby : Comitato Nazionale Radicali Italiani e Presidente della
Associazione Luca Coscioni
Jean – Félix Kamba Nzolo : Pastore delle Chiese Metodiste di Verbania e
Omegna. Coordinatore della Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni.
Erika Bonfanti : Vice Sindaco  del Comune di Cesara
Gianpiero Bonfantini: Segreteria  dell' Ass. Radicali senza fissa dimora
 
"Ammalarsi fa parte della vita. Come guarire, morire, nascere, invecchiare, amare. Le buone leggi servono alla vita: per impedire che siano altri a decidere per noi, in nome di Stati o religioni; per garantire libertà e responsabilità alle nostre scelte, drammatiche e felici. Fino alla fine."
Per informazioni
Cell. 3319902109
 

Educare al pregiudizio? No grazie


COMUNICATO STAMPA

“Educare al pregiudizio? No grazie”

Siamo arrivati al triste paradosso che in momenti formativi dedicati alla “accoglienza della diversità” vengono proposti pregiudizi retrogradi nei confronti dell’omosessualità: il tutto con patrocinio della Commissione pari opportunità della provincia, dall'Ufficio pari opportunità provinciale e dal Comune di Verbania. Ci associamo dunque alla denuncia proposta da Marco Coppola presidente Arcigay Nuovi Colori ed  Elena Broggi presidente AGEDO Verbania onlus, che rendono nota una vicenda dai contorni davvero inquietanti. Che vede come “protagonista” la pedagogista Luisa Fressoia conduttrice di un percorso formativo che ha coinvolto diverse classi di istituti della nostra provincia.  Fressoia ha relazionato il lavoro svolto in un incontro a Villa Giulia della Scuola per Genitori intitolato “Come accogliere la diversità. Dalla diversità culturale alle differenze sessuali. Le voci dei ragazzi a scuola”. Tema interessante, lodevole iniziativa….Peccato che la pedagogista in questione abbia sostenuto tesi inaccettabili, ben riassunte dal comunicato di Arcigay e Agedo. Tesi che riprendono le solite argomentazioni trite e ritrite,  retrograde ed oscurantiste, di chi vede l’omosessualità come “qualcosa da riparare”. Biancofiore Style per intenderci, con tutto il corollario di attacco ai movimenti per i diritti lgbt ed il consueto logoro argomentario ideologico di chi artificiosamente contrappone le famiglie eterosessuali considerate naturali, alle coppie omosessuali (evidentemente a torto non ritenute tali). Come Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni chiediamo alle istituzioni pubbliche che hanno patrocinato questa iniziativa di prendere seccamente distanza da queste teorie del tutto antiscientifiche (in netto contrasto con quanto le discipline pedagogiche, psicologiche, educative oggi affermano). Chiediamo con forza agli Istituti coinvolti di interrompere immediatamente ogni collaborazione con la pedagogista in oggetto. Invitiamo inoltre le associazioni di pedagogisti,  formatori, educatori e le facoltà di scienze della formazione  a stigmatizzare duramente l’accaduto. Nessuno abbia il diritto di travestire il pregiudizio spacciandolo per formazione e pratica pedagogica. Cose di questo genere avvengono nel nostro Paese, avvelenato da forme di invadenza clericale che ne bloccano lo sviluppo e la modernizzazione. Un Paese che, mentre la Francia approva il matrimonio egualitario, nemmeno è riuscito a varare una legge contro l’omofobia. Noi non ci arrendiamo e sappiamo che un giorno potremo scrivere pagine più felici e che anche l’Italia finalmente uscirà dal medioevo.

Jean – Félix Kamba Nzolo

(coordinatore della Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni)

Fabio Ruta

(segretario organizzativo della Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni)

giovedì 9 maggio 2013

Proposta di legge di iniziativa popolare su: Rifiuto di trattamenti sanitari e liceita’ dell’eutanasia




Relazione

Ben oltre la metà degli italiani, secondo ogni rilevazione statistica, è a favore dell'eutanasia legale, per poter scegliere, in determinate condizioni, una morte opportuna invece che imposta nella sofferenza. I vertici dei partiti e la stampa nazionale, invece, preferiscono non parlarne: niente dibattiti su come si muore in Italia, tranne quando alcune storie personali si impongono: Eluana e Beppino Englaro, Giovanni Nuvoli, i leader radicali Luca Coscioni e Piero Welby.
Oggi, chi aiuta un malato terminale a morire - magari un genitore o un figlio che implora di porre fine alla sofferenza del proprio caro - rischia molti anni di carcere. Il diritto costituzionale a non essere sottoposti a trattamenti sanitari contro la propria volontà è costantemente violato, anche solo per paura, o per ignoranza. La conseguenza è il rafforzamento della piaga tanto dell'eutanasia clandestina che dell'accanimento terapeutico.
Per rimediare a questa situazione, proponiamo poche regole e chiare, che stabiliscano con precisione come ciascuno possa esigere legalmente il rispetto delle proprie decisioni in materia di trattamenti sanitari, ivi incluso il ricorso all'eutanasia.

“Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia”

Articolo 1
Ogni cittadino può rifiutare l’inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari, nonché ogni tipo di trattamento di sostegno vitale e/o terapia nutrizionale. Il personale medico e sanitario è tenuto a rispettare la volontà del paziente ove essa:
1) provenga da soggetto maggiorenne;
2) provenga da un soggetto che non si trova in condizioni, anche temporanee, di incapacità di intendere e di volere, salvo quanto previsto dal successivo articolo 3;
3) sia manifestata inequivocabilmente dall’interessato o, in caso di incapacità sopravvenuta, anche temporanea dello stesso, da persona precedentemente nominata, con atto scritto con firma autenticata dall’ufficiale di anagrafe del comune di residenza o domicilio, “fiduciario per la manifestazione delle volontà di cura”.
Articolo 2
Il personale medico e sanitario che non rispetti la volontà manifestata dai soggetti e nei modi indicati nell’articolo precedente è tenuto, in aggiunta ad ogni altra conseguenza penale o civile ravvisabile nei fatti, al risarcimento del danno, morale e materiale, provocato dal suo comportamento.
Articolo 3
Le disposizioni degli articoli 575, 579, 580 e 593 del codice penale non si applicano al medico ed al personale sanitario che abbiano praticato trattamenti eutanasici, provocando la morte del paziente, qualora ricorrano le seguenti condizioni:
1) la richiesta provenga dal paziente, sia attuale e sia inequivocabilmente accertata;
2) il paziente sia maggiorenne;
3) il paziente non si trovi in stato, neppure temporaneo, di incapacità di intendere e di volere, salvo quanto previsto dal successivo articolo 4;
4) i parenti entro il secondo grado e il coniuge con il consenso del paziente siano stati informati
della richiesta e, con il consenso del paziente, abbiano avuto modo di colloquiare con lo stesso;
5) la richiesta sia motivata dal fatto che il paziente è affetto da una malattia produttiva di gravi
sofferenze, inguaribile o con prognosi infausta inferiore a diciotto mesi;
6) il paziente sia stato congruamente ed adeguatamente informato delle sue condizioni e di tutte le possibili alternative terapeutiche e prevedibili sviluppi clinici ed abbia discusso di ciò con il medico; 
7) il trattamento eutanasico rispetti la dignità del paziente e non provochi allo stesso sofferenze fisiche. Il rispetto delle condizioni predette deve essere attestato dal medico per iscritto e confermato dal responsabile della struttura sanitaria ove sarà praticato il trattamento eutanasico .
Articolo 4
Ogni persona può stilare un atto scritto, con firma autenticata dall’ufficiale di anagrafe del comune di residenza o domicilio, con il quale chiede l’applicazione dell’eutanasia per il caso in cui egli successivamente venga a trovarsi nelle condizioni previste dall’art. 3, comma 5 e sia incapace di intendere e volere o manifestare la propria volontà, nominando contemporaneamente, nel modo indicato dall’art. 1, un fiduciario, perché confermi la richiesta, ricorrendone le condizioni.
La richiesta di applicazione dell’eutanasia deve essere chiara ed inequivoca e non può essere soggetta a condizioni. Essa deve essere accompagnata, a pena di inammissibilità, da un’autodichiarazione, con la quale il richiedente attesti di essersi adeguatamente documentato in ordine ai profili sanitari, etici ed umani ad essa relativi.
Altrettanto chiara ed inequivoca, nonché espressa per iscritto, deve essere la conferma del fiduciario.
Ove tali condizioni, unitamente al disposto di cui al precedente art. 3, comma 7 siano rispettate, non si applicano al medico ed al personale sanitario che abbiano attuato tecniche di eutanasia, provocando la morte le paziente, le disposizioni degli articoli 575, 579, 580 e 593.

venerdì 12 aprile 2013

"Eutanasia Legale", nasce il comitato promotore nel VCO

Nasce anche nel Verbano Cusio Ossola il Comitato Promotore a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare su “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia”, promossa da Associazione Luca Coscioni, Exit, Uaar, Radicali italiani, Amici di Eleonora Onlus. Del Comitato Provinciale fanno per ora parte la "Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni", Uaar VCO, Radicali Italiani e Associazione Luca Coscioni. L'iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa che si è tentuta Martedì 9 Aprile nella Sala Pestalozzi in Corso Mameli 19 ad Intra. Alla conferenza ha preso parte Mina Welby, di nuovo a Verbania dopo aver sostenuto la campagna per l'adozione dei registri comunali per i testamenti biologici, alla quale sino ad ora hanno aderito i comuni di Baveno, Villadossola, Domodossola e Montescheno. Welby - in serata ospite di un partecipato "Incontro Ecologico" presso il Chiostro di Intra - ha avuto modo di sottolineare l'importanza della proposta di legge per riconoscere il libero arbitrio delle persone nelle scelte di fine vita. Nonostante il tema sia cancellato dai potenti della disinformazione e della politica, secondo il Rapporto Eurispes Italia 2013 per quest’anno si attesta al 64,6% il numero di quanti si dichiarano favorevoli all’eutanasia, con un incremento del 14,5% in più rispetto all’anno scorso, quando solo il 50,1% si era espresso favorevolmente. Il Comitato Promotore rivolge un appello alle associazioni, alle forze politiche ed ai cittadini affinché sostengano la raccolta di firme per la presentazione della proposta di legge di Iniziativa Popolare ed annuncia future iniziative.
Fabio Ruta
(segretario organizzativo della "Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni

giovedì 4 aprile 2013

Conferenza Stampa con Mina Welby a Verbania

Martedì 9 Aprile 2013, alle ore 18, nella Sala Pestalozzi in Corso Mameli a Verbania ci sarà la conferenza stampa indetta dal nascente comitato promotore del VCO per presentare l’inizio della campagna di raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare su “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia”, promossa da Associazione Luca Coscioni, Exit, Uaar, Radicali italiani, Amici di Eleonora Onlus.
Nonostante il tema sia cancellato dai potenti della disinformazione e della politica, secondo il Rapporto Eurispes Italia 2013 per quest’anno si attesta al 64,6% il numero di quanti si dichiarano favorevoli all’eutanasia, con un incremento del 14,5% in più rispetto all’anno scorso, quando solo il 50,1% si era espresso favorevolmente. Al suicidio assistito – che determina la fine della vita con l’intervento di un medico anche in assenza di malattie – è contrario il 63,8% degli italiani (lo scorso anno era convinto di questo il 71,6%), ma ottiene comunque il favore del 36,2% (contro il 25,3% del 2012).
Sarà presente alla Conferenza Stampa Mina Welby (che in serata sarà ospite alle ore 21.00 degli "Incontri Ecologici" presso il Chiostro di Intra. Inoltre saranno presenti esponenti delle associazioni e forze politiche che aderiscono al Comitato ancora in formazione (tra cui UAAR - VCO, Radicali Italiani e la nostra "Consulta del VCO per la laicità delle Istituzioni" che, in accordo con il "Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni" sostiene l'iniziativa).
Vi chiediamo di dare notizia di questa iniziativa e partecipare
Distinti Saluti
Fabio Ruta
(Segretario Organizzativo della "Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni".

mercoledì 6 febbraio 2013

L'ora di religione cattolica nelle scuole pubbliche



Vademecum per chi non sceglie l'insegnamento della religione cattolica
Al fine di garantire una corretta informazione in merito alla scelta se avvalersi o meno dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole e soprattutto di vedere concretamente garantite le 4 opzioni (compresa quella delle materie alternative) a disposizione di chi non intenda avvalersene, si pubblica questo breve Vademecum informativo complessivo su tutta la vicenda dell'insegnamento della religione cattolica (IRC) e dell'ora alternativa.
Si ricordi che IRC:
-    è un insegnamento confessionale cattolico, in quanto gli insegnanti sono selezionati dalla curia, con titoli di studio conseguiti presso istituti riconosciuti dalla Santa Sede e non con concorsi pubblici.
-    si tratta di una condizione di privilegio nei confronti di una confessione, sia pure la più numerosa  nel paese, che spesso si traduce nella presenza di una forte simbologia cattolica in una scuola che dovrebbe essere laica e pubblica.
-    è una materia pienamente facoltativa (Nuovo Concordato del 1984; sentenze che la Corte Costituzionale ha emesso sulla questione: n. 203/1989, n. 13/1991, n. 290/1992 e relative circolari applicative): avvalersi o non avvalersi dell’IRC(insegnamento della religione cattolica) è una libera scelta. L’art. 9 della legge n. 121 del 1985, che recepisce il neo-Concordato del 1984, dispone che il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’IRC è garantito a ciascuno e che tale scelta non può dare luogo ad alcuna forma di discriminazione
-    la scelta va fatta all’atto dell’iscrizione ed «ha effetto per l'intero anno scolastico cui si riferisce e per i successivi anni di corso nei casi in cui è prevista l'iscrizione d'ufficio, fermo restando, anche nelle modalità di applicazione, il diritto di scegliere ogni anno se avvalersi o non avvalersi dell'Irc» (Intesa tra la CEI e il MPI :Punto 2.1 del DPR 751/85; DL 297/94 artt..310-11,Testo Unico sulla legislazione scolastica). La scuola deve ogni anno fornire un'adeguata e tempestiva informazione per garantire la possibilità di modificare o confermare la scelta: quindi i genitori o gli studenti che intendono cambiare la scelta per l'anno scolastico successivo devono notificarlo espressamente alla scuola entro gennaio-febbraio, mesi delle iscrizioni.
Se non ci si avvale dell’IRC ci sono quattro diverse possibilità, che le scuole sono tenute a garantire tutte:
1) “attività alternative” all’IRC (indicate nei moduli delle scuole come “attività didattiche e formative”) . Per la difficoltà di gestire l’orario degli insegnanti, per la carenza di fondi, per i tagli al personale, le scuole tendono a non attivarle. Ma, se sono richieste (anche da un solo studente, così come per l’IRC), la scuola è tenuta ad organizzarle. Sono deliberate dal Collegio dei docenti,sentito il parere di alunni e genitori, e prevedono un programma e un docente apposito, oltre alla valutazione del profitto sotto forma di giudizio (escluso dalla media dei voti). Occorre chiarire che l’attività alternativa è dovuta e, qualora non ci fossero i docenti, si deve procedere alla chiamata di un incaricato, come si farebbe per qualsiasi altra disciplina. Le attività sono finanziate con i fondi di appositi capitoli di spesa stabiliti ogni anno, regione per regione, con la Legge Finanziaria ("Spese per l'insegnamento della religione cattolica e per le attività alternative all'insegnamento della religione cattolica, con esclusione dell'IRAP e degli oneri sociali a carico dell'amministrazione").
2) studio individuale: la scuola deve individuare locali idonei ed assicurare adeguata assistenza.
3) libera attività di studio e/o ricerca senza assistenza di personale docente. La scuola è comunque tenuta a garantire la sicurezza e la vigilanza.
4) non essere presente a scuola: chi non ha scelto l’IRC non ha alcun obbligo, e quindi non è tenuto ad essere presente a scuola durante l’ora di IRC.. Naturalmente i genitori degli allievi minorenni devono dichiarare per iscritto che consentono ai figli di assentarsi dalla scuola in quelle ore. Questa possibilità è stata inizialmente definita dalla circ. min. 9/1991 applicativa delle sentenze della Corte costituzionale n.203/1989,n.13/1991 per le quali chi non segue l’insegnamento della religione cattolica è in uno "stato di non obbligo".
Non obbligo significa non essere costretti a nulla contro la propria volontà. (ad es. non si può essere trasferiti in classi diverse dalla propria, non si può essere costretti a stare in classe durante
l’IRC, non si può essere costretti a scegliere l’uscita dalla scuola se non è una libera scelta, non si
può essere costretti a fare un’attività alternativa se non si è liberamente scelta quell’opzione).
Ovviamente l'insegnante di RC non deve partecipare agli scrutini di chi non si avvale. Per chi si avvale, il DPR 202 /1990 al punto 2.7 recita : “nello scrutinio finale, nel caso in cui la normativa statale richieda una deliberazione da adottarsi a maggioranza, il voto espresso dall’insegnante di religione cattolica, se determinante, diviene un giudizio motivato iscritto a verbale”, ciò al fine di evitare promozioni (o bocciature) determinate soltanto dalla scelta dell’IRC. Tale norma vale anche, allo stesso modo, per i docenti di materia alternativ
Anche se questa disposizione non dovrebbe dare adito a interpretazioni controverse, vi sono sentenze discordanti emesse da Tribunali Amministrativi Regionali. Che il giudizio motivato, trascritto a verbale, non sia rilevante sul piano del computo effettivo dei voti è chiaramente affermato nella Sentenza n. 780 del 16 ottobre 1996 emessa dalla prima sezione del TAR del Piemonte, oltre che dalla limpida interpretazione del ministro P.I. on. Giancarlo Lombardi, in carica nel 1990.
COMPORTAMENTI ILLEGITTIMI
Sulla base di quanto detto e in rapporto alla laicità della scuola pubblica, alcuni comportamenti tenuti dalla scuola sono illegittimi.
Ad esempio:
• non organizzare le attività previste e scelte in alternativa all'IRC
• consegnare moduli che non prevedono rigorosamente le 4 opzioni
•  convincere i genitori a cambiare la scelta espressa
•  impedire di cambiare la scelta da un anno all'altro
• impedire all'allievo di uscire dalla scuola durante l'ora di religione e/o fissare l'IRC in un orario che impedisca l'uscita da scuola (in particolare nella scuola materna ed elementare)
•  utilizzare l'ora di religione per altre attività scolastiche
• fare propaganda religiosa all'interno della scuola (visite pastorali, pellegrinaggi, benedizioni...)
•  valutazione in pagella dell'IRC e/o delle attività alternative
•  richiesta di pagamento per usufruire delle attività alternative. A tale proposito in una nota del 7 marzo 2011 del ministero dell’Economia e delle Finanze concordata con il MIUR si evidenzia che :
Al riguardo, poiché a seguito della scelta effettuata dai genitori e dagli alunni, sulla base della normativa vigente, di avvalersi dell'insegnamento delle attività alternative, le stesse costituiscono un servizio strutturale obbligatorio, si ritiene che possano essere pagate a mezzo dei ruoli di spesa fissa.

Non avvalersi dell’IRC è un tuo diritto: esigi che sia pienamente rispettato!

ORA ALTERNATIVA ALL’IRC: UN DIRITTO CHE DEVE ESSERE GARANTITO
La C.M. n. 9 del 18 gennaio 1991, sulla base degli accordi di revisione del Concordato stipulati nel 1984 fra lo Stato italiano e la Santa Sede ed in ottemperanza alla sentenza della Corte Costituzionale n°13/1991, chiarisce il carattere pienamente facoltativo della frequenza dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. In particolare, stabilisce per coloro che non intendono avvalersi di tale insegnamento la possibilità di scegliere fra quattro differenti opzioni: non presenza a scuola durante le ore di IRC, studio assistito da parte di personale docente, studio non assistito nei locali dell’istituto scolastico, attività didattiche e formative (meglio note come “ora alternativa”).
Il mondo laico, com’è noto, rifiuta in linea di principio la presenza all’interno della scuola pubblica di un insegnamento di natura confessionale (non si tratta infatti di una storia delle religioni o del fatto religioso) impartito da docenti scelti dalle autorità ecclesiastiche ma pagati dallo Stato italiano con i soldi di tutti i contribuenti (si noti, fra l’altro, che i tagli previsti dai nuovi quadri orari legati alla riforma “Gelmini” risultano ancor più consistenti se si tiene conto che in essi viene conteggiata anche l’ora di religione, la quale, essendo facoltativa, non dovrebbe essere computata nell’offerta formativa). Negli ultimi anni il dibattito si è fatto particolarmente vivace e si è intrecciato
con quello più ampio sull’opportunità di introdurre nella scuola pubblica un insegnamento del fatto religioso o di storia delle religioni (e non solo di quella cattolica) non confessionale e fondato su criteri di scientificità; e, in caso di risposta affermativa, sull’alternativa fra l’ipotesi che tale insegnamento venisse diluito all’interno delle discipline già esistenti e quella che esso fosse una disciplina pienamente autonoma con tanto di docenti, voto e orario specifici. In effetti, sono stati praticati alcuni esperimenti miranti a introdurre tale insegnamento proprio nell’ambito dell’ora alternativa. Si tratta di tentativi interessanti e da incentivare, ma è importante ribadire che in nessun caso essi devono portare ad indebolire l’assoluta facoltatività dell’IRC, ed in particolare l’effettiva possibilità di scegliere di non avvalersi di alcun insegnamento ad esso alternativo.
Resta il fatto che attualmente il problema principale è quello di garantire l’effettiva agibilità di tutte le scelte previste dalla normativa. In particolare, appare preoccupante il fatto che negli ultimi anni è diventato sempre più difficile per studenti e famiglie ottenere l’attivazione dell’ora alternativa; cosa che appare assai grave sia in linea di principio che per le sue concrete conseguenze. Innanzitutto, infatti, l’esigibilità di un diritto garantito dalla legge deve essere difesa da tutti i laici, anche da coloro che non nutrono particolari entusiasmi per l’ora alternativa. In secondo luogo, mentre nelle scuole superiori la non attivazione dell’ora alternativa si traduce perlopiù nell’uscita da scuola, la situazione è ben diversa nel caso della scuola primaria e media inferiore. E’ quanto emerge un’indagine promossa dalla Consulta Torinese per la Laicità delle istituzioni, dal Comitato Torinese per la Laicità della Scuola, dal COOGEN, dalla FNISM Torino, dal CIDI Torino, dall’Associazione “31 ottobre”, dalla CUB Scuola e dal Gruppo di Studi Ebraici Torino. Dai dati raccolti risulta che in molte scuole l’ora alternativa non viene attivata, anche a fronte di un numero di richieste non sempre irrilevante. Soprattutto nelle scuole primarie il risultato concreto è che durante le ore di IRC i bambini non avvalentisi vengono spesso parcheggiati in altre classi o invitati ad essere presenti come uditori alle lezioni di religione; quando non sono gli stessi genitori, timorosi di vedere i propri figli abbandonati a se stessi, a preferire da ultimo farli frequentare l’IRC.
Il pretesto addotto dai dirigenti scolastici per non attivare l’ora alternativa è che le scuole, a maggior ragione in questo periodo di tagli dei finanziamenti, non sarebbero in grado di sostenerne i costi. In realtà i decreti del Ministero dell’Economia e delle Finanze stanziano ogni anno cifre cospicue per il pagamento sia dei docenti di IRC a tempo determinato, sia degli insegnanti di ora alternativa: in particolare, a livello piemontese sono disponibili ogni anno circa 38 milioni di euro ripartiti fra i vari ordini di scuola.  Pertanto non c’è alcun bisogno che i dirigenti scolastici raschino il fondo di bilanci di istituto sempre più dissestati; è sufficiente che, a fronte di richieste di ora alternativa, richiedano i fondi necessari disponibili a livello regionale.
Insomma, la situazione è in grande movimento e va tenuta costantemente sotto controllo, per evitare abusi e inadempienze e l’associazionismo laico è pronto a continuare la propria battaglia anche su questo terreno, al servizio dei diritti degli studenti, delle famiglie e della laicità della scuola.
Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni

Siti su cui puoi approfondire l’argomento:
www.torinolaica.it
www.retescuole.net/
www.associazione31ottobre.it/
www.coogen.org
www.genitoridemocratici.it


mercoledì 30 gennaio 2013

Lettera aperta alla Stampa del VCO

Alla c.a. della redazione del quotidiano "La Stampa" (pagine del VCO)
Ancora una volta abbiamo potuto constatare la scarsissima, quasi nulla, attenzione che le pagine del VCO del quotidiano "La Stampa" pongono nei confronti delle culture laiche e delle proposte della "Consulta del VCO per la Laicita delle Istituzioni". Riteniamo questa circostanza grave e lesiva di un principio fondamentale quale quello del pluralismo, cui una informazione corretta dovrebbe tenere. Abbiamo per tempo segnalato la nostra iniziativa (quella del questionario su temi dei diritti civili e della laicità sottoposto ai candidati locali alle elezioni politiche) non trovando nemmeno una riga che ne desse notizia. Una volta raccolte ben 13 risposte di candidati locali abbiamo indetto una conferenza stampa aperta sul tema, che è stata molto partecipata, sia nel numero delle presenze (anche di candidati), sia nella qualità degli interventi. Nessun inviato del vostro giornale ha partecipato all'appuntamento e nemmeno ci è stata richiesta documentazione per produrre ugualmente un articolo o un intervista. Pensiamo che sia diritto dei cittadini, delle elettrici e degli elettori, potere disporre di una informazione su temi ed argomenti che riguardano da vicino la loro esistenza, la loro libertà di scelta, i loro diritti. Crediamo nel motto Einaudiano: "Conoscere per Deliberare". Inviamo nuovamente alla vostra attenzione il comunicato stampa iniziale, integrato dalla analisi delle risposte dei candidati. E speriamo che il vostro giornale finalmente ne dia notizia. La presente lettera è da considerarsi aperta e pubblica (e ne verrà data diffusione all'interno del Blog della Consulta e della pagina facebook dedicata).
Distinti Saluti,
Fabio Ruta
( segretario organizzativo della Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni)

Risposte dei candidati alle domande laiche



COMUNICATO STAMPA COMUNICATO STAMPA COMUNICATO STAMPA
 
QUELLE LAICHE:    DOMANDE DI LIBERTA’
 “Analisi delle risposte dei candidati locali alle elezioni politiche a 18 quesiti su diritti civili, laicità, costi della Chiesa”


Oltre a quello economico c’è un altro “spread” che separa l’Italia dal resto dell’Europa. Riguarda i diritti civili, il rispetto della laicità dello Stato e del pluralismo di pensiero e religioso, la libertà di scelta dei cittadini. Su moltissime questioni (dalla fecondazione assistita, ai diritti lgbt, al fine vita, alle politiche in materia di droghe) il nostro Paese subisce l’influsso di posizioni oscurantiste e paga il prezzo di una storica subalternità della politica alle ingerenze vaticane. Se nell’opinione pubblica cresce la contrarietà verso gli alti costi della Chiesa in un regime identificato come privilegiato e matura una sensibilità aperta verso i nuovi diritti, la politica frena. E l’informazione tace. La Consulta per la laicità delle Istituzioni propone 15 quesiti a “risposta secca” (si può rispondere facendo la croce sul  si o sul  no) ai candidati del territorio per le elezioni politiche, perché siamo convinti che le elettrici e gli elettori abbiano il diritto di “conoscere per deliberare”. Per la stessa ragione invitiamo gli organi di informazione, locali e nazionali, a dare notizia dell’iniziativa e lasciamo a disposizione il nostro lavoro all’associazionismo laico diffuso nel Paese. Una simile iniziativa può essere riproposta altrove. E’ ora che i nostri politici comprendano che esiste anche il “VOTO LAICO”.

Per la “Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni”

Jean Félix Kamba Nzolo (coordinatore)

Fabio Ruta (segretario organizzativo)

 

 

Quesiti

(barrare l’opzione condivisa: i moduli compilati vanno inviati a:

consultalaica.vco@gmail.com )

 1. E’ favorevole all'estensione del matrimonio civile per le coppie omosessuali? SI    NO

 2. E’ favorevole alle adozioni per le coppie omosessuali? SI    NO

 3. E’ favorevole all'estensione della legge Mancino anche all'omofobia e transfobia? SI   NO

 4. E’ favorevole al riconoscimento delle coppie di fatto etero o omosessuali? SI    NO

 5. E' favorevole alla revisione del meccanismo dell'8 per mille attraverso la sua riduzione e la destinazione alle confessioni religiose delle quote relative alle sole scelte espresse?  SI    NO

6. E' favorevole alla verifica delle proprietà immobiliari della Chiesa ai fini della applicazione IMU per gli immobili dedicati almeno parzialmente ad attività commerciali?  SI    NO

7. E’ favorevole alla abolizione della spesa pubblica relativa ai cappellani militari? SI    NO

 8. E' favorevole alla riduzione dei finanziamenti delle scuole paritarie in favore dell'istruzione pubblica? SI    NO

9. E' favorevole al superamento della IRC (ora di religione) in favore di un insegnamento pluralistico di storia del pensiero e delle religioni oppure di educazione alla cittadinanza con insegnanti qualificati scelti attraverso regolare concorso pubblico?  SI   NO

10. E’ favorevole alla abrogazione della Legge 40 in materia di fecondazione assistita e dei suoi vincoli proibizionisti? SI    NO

11.  E' favorevole alla esclusione della obiezione di coscienza in ambito sanitario per garantire l'interruzione volontaria di gravidanza in tutti i presidi ospedalieri? SI   NO

 12. E’ favorevole alla autodeterminazione dei cittadini nelle scelte delle cure riguardanti il fine vita attraverso il testamento biologico? SI   NO

 13. E’ favorevole alla approvazione di una normativa in materia di Divorzio Breve? SI     NO

 14. E’ favorevole ad una legge di legalizzazione dell’Eutanasia?  SI    NO 

 15. E’ favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere?  SI    NO

 16. E’ favorevole a politiche di riduzione del danno che possano prevedere la somministrazione controllata delle cosiddette “droghe pesanti” all’interno di programmi sanitari e sociali? SI   NO

17. E’ favorevole alla decriminalizzazione e legalizzazione della prostituzione? SI   NO

18. Il sovraffollamento carcerario lede i diritti umani della persona ed è in grossa misura causato da politiche proibizioniste. E' favorevole a provvedimenti di amnistia o indulto ed a considerare la carcerazione come "extrema ratio", favorendo forme alternative di espiazione della pena? SI    NO

Introduzione alle risposte ricevute

13 Candidati del territorio alle elezioni politiche si sono sottoposti al questionario. I candidati che hanno accettato di rispondere alle domande appartengono alle liste: Rivoluzione Civile, Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico, Amnistia Giustizia e Libertà (lista promossa dai radicali che purtroppo non  ha raggiunto il quorum per la presentazione). I candidati di un'altra lista, “Fermare il declino”, ci hanno ricontattato e hanno motivato la loro scelta di non rispondere al questionario.  Nessuna risposta giunge invece da candidati delle forze politiche di centro e centrodestra. Su tredici candidati che hanno scelto di rispondere dodici si sono attenuti alla precisa indicazione di rispondere con un “SI” o un “NO” (limitandosi ad aggiungere, nel caso, brevi specificazioni). Un unico candidato, il PD Enrico Borghi, ha rifiutato la indicazione della risposta “secca”, etichettandola come una formula “lascia o raddoppia” e accettando di rispondere in forma estesa ad i quesiti (a differenza della sua collega di partito Ottavia Camona che ha risposto con 18 SI, accompagnando alle risposte brevi commenti). La scelta della formulazione delle domande come sopra descritta, si motivava per noi  con la necessità di potere sinteticamente fornire al corpo elettorale una chiara “bussola di orientamento”, evitando i consueti giri di parole ed equilibrismi ai quali la politica italiana ci ha abituato (soprattutto in materia di diritti civili e laicità delle istituzioni, argomenti spesso  derubricati come “temi eticamente sensibili” ed oggetto di forti condizionamenti e pressioni da parte delle gerarchie confessionali). Le risposte dei candidati che hanno seguito l’indicazione della compilazione sintetica le trovate di seguito riportate. Per le risposte estese del candidato Borghi – che tra i rispondenti è sicuramente quello che ha espresso meno pareri  favorevoli alle proposte contenute nei quesiti e più pareri contrari o problematizzanti - rimando alla pagina facebook della “Consulta del  VCO per la Laicità delle Istituzioni” ( o in allegato se si tratta di comunicato stampa spedito via mail).

 

Risposte dei candidati in ordine di arrivo

1.       Elio Tedesco, candidato alla Camera per "Rivoluzione Civile - Ingroia". Tedesco ha risposto sì a tutti i 18 quesiti.

2.       Monica Corsini candidata al Senato per il Movimento 5 Stelle. Ha risposto con 17 si su 18, sulla domanda relativa alle droghe pesanti dice di avere bisogno di un confronto per saperne di più.

3.       Gianmaria Ottolini candidato alle elezioni politiche per "Sinistra Ecologia e Libertà" ha risposto con 18 sì su 18 domande, con una precisazione: "per il n. 9 sono d'accordo sulla prima parte (superamento IRC), mentre per la soluzione (che riporto in calce segnata in rosso) lascerei aperte anche altre soluzioni rispetto quella indicata di un apposito insegnamento con nuovi insegnati (es. attribuzione del nuovo insegnamento a insegnanti già abilitati e in ruolo: lettere, storia, filosofia, discipline giuridiche); altre possibili soluzioni da definire e concordare con il confronto fra le parti politiche e con le rappresentanze scolastiche e sindacali”.

4.       Alessio Matella detto Alyosha (Alyosha Matella), candidato alla Camera per "Rivoluzione Civile - Ingroia" ha risposto al nostro questionario con 18 si su 18.

5.        Ezio Barbetta, candidato di SEL al Senato ha risposto con 18 Sì.

6.       Pietro Paolo Gentile candidato al Senato per SEL nella nostra circoscrizione (Piemonte 2), ha risposto con 17 sì su 18 quesiti ed un unico no. Il "no" è relativo alla domanda n° 16, inerente  alla somministrazione controllata della cosiddette "droghe pesanti" all'interno di politiche di riduzione del danno. Per Gentile: "Seppur in linea di massima parzialmente d'accordo, non mi sento di essere in totale condivisione a tale metodo. Credo tuttavia che l'investimento più massiccio sia da individuarsi in politiche di prevenzione primaria e secondaria a tale problema; finanziamenti che in questi anni sono venuti a mancare".

7.       Federica Rondinelli candidata alla camera per SEL ha risposto con 18 sì su 18 quesiti.

8.       Giampiero Bonfantini, che sarebbe stato (se si fosse raggiunto il quorum di firme necessario) candidato alla Camera (circoscrizione Piemonte 2) per la lista "Amnistia Giustizia Libertà" (promossa dai radicali) ha compilato il nostro questionario. Per lui sono sedici si su diciotto quesiti. Riguardo alla domanda numero 5 Bonfantini specifica che non sarebbe per la riduzione dell'8 per mille ma per la sua abolizione (fosse per noi andrebbe ancora meglio, ma ci pareva opportuno proporre un quesito su un obiettivo meno lontano). Alla domanda numero 11 sui medici obiettori riguardo all'aborto specifica che è a favore della garantimento del servizio per mezzo di medici non obiettori.

9.       Enrico Borghi, candidato alla Camera per il PD risponde in forma estesa al questionario, le riposte integrali sono leggibili sulla pagina facebook della Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni.

10.    Paolo Caruso candidato al Senato per “Rivoluzione Civile” risponde con 16 sì su 18 quesiti. Su due quesiti si dichiara "incerto" (il 15 sulla legalizzazione delle droghe leggere ed il 17 sulla decriminalizzazione / legalizzazione della prostituzione). Per il quesito 18 relativo alla questione carceraria Caurso risponde Sì specificando di essere a favore di amnistia e alternative al carcere per i soli reati minori, contro l'emarginazione.

11.    Marica  Spezia, candidata alla camera per “rivoluzione civile” risponde con 17 sì su 18, rispetto al quesito 17 (quello sulla decriminalizzazione / legalizzazione della prostituzione) dichiara di non avere un parere preciso.

12.    La candidata alla Camera per il Movimento 5 Stelle nella circoscrizione 2 Marisa Turco ha risposto con 17 sì su 18, e un'astensione, alla domanda numero 2.

13.    Ottavia Camona, candidata alla Camera per il Partito Democratico ha risposto con 18 sì ai 18 quesiti proposti dalla "Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni" ed accompagnato le risposte con brevi commenti leggibili per esteso sulla pagina facebook della Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni.

 

 

 

 

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