mercoledì 28 dicembre 2011

Registri TB in consiglio comunale a Baveno

Domani sera alle ore 21:00 presso il municipio di Baveno si discuterà, durante il consiglio comunale, dell'istituzione del registro dei testamenti biologici, su iniziativa di Simone Travaglini. Per Simone Travaglini, assessore ed esponente si SEL:  " Considero questa proposta, il cui stimolo arriva dalla consulta per la laicità dello stato del VCO, un atto di democrazia necessario. E' una proposta che non vuole imporre a nessuno scelte etiche sul fine vita, al contrario dà la possibilità a chi lo desiderasse di esprimere la propria volontà su tale tema. Credo che una proposta del genere non possa che essere accolta da tutti, indipendentemente dall'appartenenza politica o dal credo religioso. Chi volesse seguire l'andamento del consiglio comunale in diretta sui social network potrà farlo su twitter all'hashtag #openbaveno oppure chiedendomi l'amicizia su facebook."

mercoledì 7 dicembre 2011

Comunicato Stampa

Comunicato Stampa

“Registri per i testamenti biologici a Verbania e nel VCO”

Mercoledì 7  Dicembre si è svolta a Verbania la conferenza stampa indetta dalla “Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni”. Fabio  Ruta e Jean –Félix Kamba Nzolo (rispettivamente segretario organizzativo e coordinatore della consulta) hanno presentato la proposta di istituzione dei registri per i testamenti biologici nei comuni del vco: avanzata con una lettera aperta ai sindaci della provincia. Per gli esponenti della consulta: “gli incontri con Mina Welby di Omegna e Verbania, affollatissimi, testimoniano una sensibilità diffusa tra i cittadini in favore della libertà di scelta e del libero arbitrio. Chiediamo alle amministrazioni comunali di interpretarlo. Istituendo i registri come è già avvenuto in molte Città italiane”. La Consulta si rivolge a tutti, auspicando un sostegno trasversale agli schieramenti politici. Per Ruta “Ci aspettiamo però particolare coerenza dalle amministrazioni di centro-sinistra. Come quelle di Domodossola, Villadossola, Baveno. Ricordiamo che durante il precedente mandato amministrativo (con una giunta di centrodestra), a Domodossola, fu presentata  dalla sinistra la proposta di delibera per i registri. Ora il centrosinistra si comporti di conseguenza. Non deludendo il proprio elettorato”. Presenti alla conferenza stampa  i consiglieri comunali di Verbania Vladimiro di Gregorio (gruppo comunista), Savino Bombace (IDV), Gianmaria Giani (PD) e Marcella Zorzit (Cittadini con Voi) che sosterranno la proposta di istituzione del registro nel capoluogo di provincia. Di Gregorio, primo firmatario dell’ordine del giorno, ricorda l’impegno preso durante l’incontro con Mina Welby e raccoglie l’invito della consulta. Per Bombace su questo tema si giocano “sensibilità diverse” e per questo occorre ad ogni cittadino la possibilità di scegliere. L’istituzione del registro viene vista dunque come una scelta di “democrazia” dall’esponete dell’IDV. Giani informa che “il gruppo PD ha diverse anime e lascerà libertà di scelta in consiglio comunale. Io voterò convintamente sì perché ritengo sia una battaglia di civiltà”. Anche Marcella Zorzit aderisce con convinzione e informa che la lista civica “Cittadini con Voi” discuterà presto del tema in un apposito incontro. Presenti in sala anche esponenti di forze politiche (sinistra ecologia e libertà, verdi, partito socialista italiano) non presenti in consiglio comunale, ma importanti per la città, che hanno voluto portare il loro sostegno all’inziativa.

Registri: Lettera ai Sindaci

Contatti:  http://www.consultalaicadelvco.blogspot.com/ E-mail: consultalaica.vco@gmail.com  Cercaci su  Facebook 

LETTERA APERTA AI SINDACI DEI COMUNI DEL VERBANO CUSIO OSSOLA:
“Rispettiamo la libertà di scelta, adottiamo i registri dei testamenti biologici”
Egregio Sig. Sindaco,
Questa lettera, di carattere aperto e pubblico, raggiunge tutti i primi cittadini dei comuni del Verbano Cusio Ossola, attraverso email agli indirizzi di posta istituzionale e comunicati stampa ai mezzi di informazione. Il contenuto di questa missiva verrà illustrato inoltre in apposite conferenze stampa.
Eventuali risposte che giungeranno a noi verranno considerate, al pari di questo testo, come “aperte, pubbliche, divulgabili”. Non riteniamo dunque accettabili messaggi e contatti  di carattere “privato” che non coinvolgano un terzo interlocutore, che identifichiamo come un soggetto attivo a cui spetta il diritto di “conoscere per deliberare”. Questo “terzo interlocutore” è rappresentato dai cittadini ed elettori dei nostri comuni. Cittadini che hanno il diritto di conoscere la posizione dei propri Sindaci in merito ad un tema che riguarda direttamente l’esistenza di ognuno: la libertà di scelta sul fine vita. Tema affrontato, negli ultimi mesi, anche in due affollatissimi incontri, a Verbania ed Omegna, con Mina Welby. A loro  avremo premura di far conoscere, con una azione informativa, le risposte ricevute dai sindaci (ed anche quelle che non riceveremo).
La “Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni” si batte contro il vento oscurantista rappresentato dal DDL Calabrò che riteniamo violi il principio di autodeterminazione terapeutica e, a nostro avviso, la dignità delle persone: imponendo trattamenti quali il “sondino di Stato”, l’alimentazione e idratazione forzata anche in costanza di malattie terminali irreversibili. Si tratta di un mostro giuridico, generatore di sofferenze e dolore,  ispirato direttamente da logiche confessionali, in aperta violazione del principio di laicità dello Stato e delle sue istituzioni.
Le proponiamo dunque di adottare, nel suo Comune, la delibera istitutiva del Registro dei Testamenti Biologici / disposizioni anticipate di volontà che troverà in allegato alla presente. Si tratta di uno strumento di cui si sono dotate molte realtà italiane: da grandi Città come Torino e Firenze a centri più piccoli. E’ una scelta di rispetto nei confronti dei cittadini, del loro libero arbitrio individuale. Della loro libertà. E’ una scelta di dignità ed autonomia che Le chiediamo di compiere.  Recentemente l’Anci ha ribadito la leggitimità dei registri adottati dai comuni e che il precedente governo ha tentato di “bloccare” con una circolare ministeriale. Infatti per l’Anci i comuni non hanno preteso di sostituirsi al legislatore nazionale, pretendendo di disciplinare la materia, ma si sono limitati alla raccolta di dichiarazioni anticipate di volontà. Infatti l’Anci ha chiarito che il presupposto di legittimità dei registri può essere ricondotto “allo svolgimento delle funzioni amministrative del comune, riguardanti ‘la popolazione e il territorio comunale, precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla comunità’ (art. 13, comma 1, del d.lgs. n. 267 del 2000)”.
 In ogni caso, quale che sia la posizione che deciderà di assumere, riteniamo sia doveroso, da parte Sua, aprire attraverso il consiglio comunale una riflessione su un tema così importante nella comunità. Attendiamo notizie.
Verbania 7 Dicembre 2011

Distinti Saluti
Per la “Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni”
Jean – Félix Kamba Nzolo, coordinatore
Fabio Ruta, segretario organizzativo

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    
Il Consiglio Comunale di xxxxxx

PREMESSO CHE

-          l’articolo 32 della Costituzione Italiana afferma che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana"; vi è in esso ribadita la necessità che vi sia un’espressione di libera scelta dell’individuo nell’accettare o meno un determinato trattamento sanitario;
-          l’articolo 13 della Costituzione afferma che "la libertà personale è inviolabile", rafforzando il riconoscimento della libertà e dell’autonomia dell’individuo nelle scelte personali che lo riguardano;
-          l’articolo 2 della Costituzione afferma che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo”;
 
CONSIDERATO CHE
-          la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea sancisce che il consenso libero e informato del paziente all’atto medico è considerato come un diritto fondamentale del cittadino, afferente ai diritti all’integrità della persona (Capo 1, Dignità, articolo 3, Diritto all’integrità della persona);
-          la Convenzione per la protezione dei Diritti dell’Uomo e della dignità dell’essere umano nei confronti delle applicazioni della biologia e della medicina: Convenzione sui Diritti dell'Uomo e la biomedicina, Oviedo 1977, ratificata dal Governo Italiano ai sensi della Legge n.145 del 28 marzo 2001, stabilisce all’articolo 9 che "i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che al momento dell’intervento non è in grado di esprimere la propria volontà saranno tenuti in considerazione";
 
PRESO ATTO CHE
-          il nuovo Codice di Deontologia Medica adottato dalla Federazione Nazionale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, dopo aver precisato all’articolo 16 che "il medico deve astenersi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa attendere un beneficio per la salute del malato…", all’articolo 35 afferma che "il medico non deve intraprendere attività terapeutica senza l’acquisizione del consenso esplicito e informato del paziente. (…) In ogni caso, in presenza di un documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere da atti curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona.";
-          lo stesso Codice di Deontologia Medica, all’articolo 38, afferma che "il medico deve attenersi (…) alla volontà liberamente espressa dalla persona di curarsi (…). Il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà, deve tenere conto nelle proprie scelte di quanto precedentemente manifestato dallo stesso in modo certo e documentato";

  CONSIDERATO CHE

-          anche in assenza di una specifica normativa nazionale è comunque possibile, così come attestato anche dai pronunciamenti della Magistratura di merito e di legittimità, redigere un testamento biologico predisponendo un atto che permetta di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione sui trattamenti sanitari di fine vita nell’eventualità in cui ci si dovesse trovare nell’incapacità di esprimere il proprio consenso;

VALUTATO ALTRESÌ CHE

-          il Comitato Nazionale di Bioetica si è così espresso in data 18 Dicembre 2003: “...appare non più rinviabile una approfondita riflessione, non solo bioetica, ma anche biogiuridica sulle dichiarazioni anticipate... che dia piena e coerente attuazione allo spirito della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina...”; ed ha inoltre così specificato: ”le direttive anticipate potranno essere scritte su un foglio firmato dall’interessato, e i medici dovranno non solo tenerne conto, ma dovranno anche giustificare per iscritto le azioni che violeranno tale volontà”;

RILEVATO CHE
-          i Comuni possono, nell’ambito della loro autonomia amministrativa, istituire uno o più registri per fini diversi ed ulteriori rispetto a quelli propri dell’anagrafe, dello stato civile e elettorali, non solo ai fini della conservazione ed archiviazione di dichiarazioni sostitutive di notorietà rese dai residenti ma anche per altre finalità consentite dalla legge;
-          i Comuni hanno quindi la possibilità giuridica ed amministrativa di farsi promotori di atti amministrativi volti a garantire la conservazione e l’archiviazione in forma pubblica di dichiarazioni anticipate di trattamento di carattere sanitario, rese nel rispetto della normativa vigente inclusa quella in tema di privacy e relativa alla gestione dei dati personali e sensibili;
-          l’iscrizione in tali registri particolari non viene affatto ad assumere carattere costitutivo di status ulteriori e quindi riconoscimento di poteri o doveri giuridici diversi da quelli già riconosciuti dall’ordinamento agli stessi soggetti, ma assume solo un effetto di pubblicità ai fini e agli scopi che l’Amministrazione Comunale ritiene meritevoli di tutela;
-          tali ulteriori fini sono da ravvisare nel consentire a tutti i residenti la manifestazione pubblica della propria volontà in materia di scelte nei trattamenti sanitari e nelle cure di fine vita;
 
VISTO
il ruolo rivestito dal Comune, con pienezza di poteri, per il perseguimento dei compiti afferenti alla comunità locale, ai sensi dell’art. 3,  comma  2 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, avente ad aggetto il
Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali

IMPEGNA
il Sindaco e la Giunta Comunale ad istituire un Registro dei Testamenti Biologici-Dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari, conservato presso gli Uffici Comunali nel rispetto della normativa vigente, inclusa quella in tema di privacy e relativa alla gestione dei dati personali e sensibili.
I residenti nel Comune che abbiano redatto, ai sensi di legge, un documento contenente le proprie dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari, potranno pertanto dichiararne l’esistenza ed il luogo dove esse sono conservate, ai fini dell’annotazione in detto Registro di tale attestazione in forma autentica.
Le iscrizioni nel Registro, che potranno valere per le finalità e negli ambiti stabiliti dall’ordinamento giuridico, avverranno con una dichiarazione, fatta personalmente dalla persona con firma autenticata a norma di legge che, consegnandone copia, attesti l’esistenza di dichiarazioni, rese a norma di legge, relative alla propria volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari in caso di malattia, lesione cerebrale irreversibile o patologia invalidante, che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali in una fase in cui la persona non sia più in grado di manifestare il proprio consenso o il proprio rifiuto della terapia, del trattamento o della cura cui è sottoposta.
Eventuali dichiarazioni successive si aggiungono a quelle precedenti, ovvero le sostituiscono in toto qualora così fosse richiesto al momento della consegna dell’ultima dichiarazione.
Il venir meno della situazione di residenza nel Comune non comporta la cancellazione dal registro, ma non permette più l’aggiornamento delle dichiarazioni depositate.
Per i fini consentiti dalla legge e dalla normativa comunale e nel rispetto della legislazione vigente in tema di diritto di accesso e privacy, l’Ufficio Comunale competente, a richiesta degli interessati, attesta l’esistenza dei fatti annotati nel registro e ne rilascia copia. In particolare la documentazione presente nel registro dovrà essere consegnata, su richiesta del medico curante o di chiunque ne sia a conoscenza, al direttore sanitario o al legale rappresentante dell’istituto, dell’azienda sanitaria o dell’azienda ospedaliera in cui la persona non più in grado di esprimere il proprio consenso dovesse essere ricoverato, in trattamento o in cura.

domenica 4 dicembre 2011

CONFERENZA STAMPA per i Registri dei Testamenti Biologici nel VCO

Ai giornalisti in indirizzo,
Mercoledì 7 Dicembre alle ore 17,45 presso la Sala Pestalozzi in Corso Mameli 19 a Verbania Intra (vicino alla chiesa evangelica) si terrà una CONFERENZA STAMPA promossa dalla "Consulta del Verbano Cusio Ossola per la Laicità delle Istituzioni". Tema dell'appuntamento sarà la proposta di istituzione, in tutti i comuni del VCO, di appositi registri dei testamenti biologici /disposizioni anticipate di volontà. Saranno presenti consiglieri comunali di Verbania che si sono resi disponibili a proporre nella città capoluogo l'adozione della delibera istitutiva.Vi chiediamo di presenziare con vostri inviati alla conferenza stampa e di documentare l'iniziativa. Cordiali Saluti

venerdì 2 dicembre 2011

Rassegna cinematografica a cura della Consulta Laica e l'Arci Verbania

Arci VCO e Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni promuovono una mini – rassegna cinematografica ad ingresso gratuito incentrata sulle tematiche dei diritti civili, del multiculturalismo, della laicità (la presentazione dei film sarà curata da Augusto Bruni). Gli incontri si prefiggono lo scopo di approfondire le tematiche menzionate attraverso la visione e il confronto tra i partecipanti.

Il primo film:  “ PERSEPOLIS” di MARJANE SATRAPI
Venerdì 2 dicembre 2011 - Circolo Arci "Luigi Zappelli" in Via Roma a Verbania Intra ore 21,00


Presentato al festival di Cannes 2007, Persepolis è un film d'animazione dal contenuto autobiografico, tratto dall'omonima Grafic Novel (genere che inizia a trovare un'eco di pubblico sempre maggiore,). Marjane Satrapi, autrice, sceneggiatrice e regista (insieme a Vincent Paronnaud) della pellicola, vive in prima persona la situazione iraniana e la racconta tramite una regressione sulla propria infanzia e adolescenza. Persepolis rappresenta la vita di una giovane iraniana, testimone in prima persona dei cambiamenti sociali e storici che ha attraversato l'Iran a partire dai primi anni '80. Un Iran dalle due facce, socialmente a pezzi, abitato da persone provate da un governo che si appella alla religione per effettuare un controllo asfissiante sulla popolazione, travisandone probabilmente i principi e radicalizzandoli in maniera spesso assurda.

giovedì 1 dicembre 2011

Laicità in libreria

Il Libro del mese
a cura di Giorgio Tourn

Massimo TEODORI, Risorgimento laico, Gli inganni clericali sull’unità d’Italia, Soveria Mannelli, Rubettino, 2011, pp. 170
Ermanno REA, La fabbrica dell’obbedienza. Il lato oscuro e complice degli italiani, Milano Feltrinelli, 2011, pp.220

I libri meritevoli di riflessione che è il caso di segnalare sono molti, i due che presentiamo ci paiono di particolare interesse perché pongono all’attenzione dei lettori un problema di peso, che incide tuttora profondamente nella vita del nostro paese. Come si evince facilmente dai titoli si tratta del profondo squilibrio che si è venuto creando nella vita italiana a tutti i livelli fra le realtà che la compongono. La società moderna è infatti assai più complessa di quanto apparisse all’epoca dell’Encyclopédie e l’equilibrio fra i tre poteri legislativo, esecutivo, giudiziario ipotizzato da Montesquieu non basta a garantire la buona salute di una nazione. Quando poi accade come nell’attuale situazione che quell’equilibrio sia stravolto non si può neppure più parlare di società moderna. Fra gli elementi determinanti del vivere moderno di una società equilibrata stanno altre realtà: l’opinione pubblica, le associazioni dei cittadini, le chiese. Ottimale è la situazione in cui tutte queste componenti concorrono a realizzare un piano, un progetto di vita comune.
Nel caso italiano la chiesa romana, si è invece costantemente sottratta a questo impegno comune, perseguendo un proprio progetto, quello di una "società cristiana", che nell’impostare la sua vita segue le norme della fede cristiana identificate spesso con le direttive della chiesa stessa.
È stato questo problema che ha accompagnato tutto il Risorgimento italiano e che Teodori illustra molto sinteticamente nel suo libro. In capitoli brevi e di piglio giornalistico vigoroso, nello stile del pamphlet, ripercorre la vicenda risorgimentale in una catena di figure simboliche dell’Italia laica, da Cavour a Garibaldi e la repubblica romana, da Cattaneo e Cavallotti, da Nathan ad Amedola inanellando citazioni programmatiche "I preti non bisogna provocarli, o bisogna vincerli!" (Cavour dibattito sulle leggi Siccardi)", "A creare questa nostra Italia fu d’ostacolo il cattolicesimo" (Omodeo), "Attraverso i secoli lo svolgersi dello spirito nazionale d’Italia fu sempre antipapale e anticlericale" (Mancini).
Proprio questo "laicismo", dicono papa Benedetto e Curia romana, ha distrutto l’identità italiana unita dalla fede cristiana e alimentata dalla tradizione educata dalla chiesa, è stato strumento di lacerazione a cui va contrapposta una sana e rispettosa laicità. Questa tesi, che abbiamo letto e udito infinite volte ad opera di autorevoli prelati nell’attuale clima di negazionismo clericale e borbonico del Risorgimento, è proprio quella che il nostro testo smonta senza difficoltà. Lo Stato e la società sono due realtà diverse, nella società possono coesistere laicisti e religiosi, credenti ed atei ma lo Stato è per sua natura areligioso, cioè laico.
Pregio non secondario del volume è la pubblicazione di una serie di testi fondamentali a questo riguardo, dalla Costituzione della Repubblica romana, al noto discorso di Cavour sul tema libera Chiesa in libero Stato, da quello di Nathan a Porta Pia nel 1910 a Benedetto Croce nel 1929 alla firma del Concordato, per chiudere con il presidente Napoletano alle Camere quest’anno.

Questa è la chiesa di Pio IX e dei suoi successori mantenutasi sin qui, sia pure con sfumature diverse, ma l’Italia cattolica integra, cristiana non è invenzione del papato ottocentesco, non è mitologia clericale ma dato di fatto che risale a secoli precedenti, è un’Italia plasmata dalla chiesa con una operazione di educazione retta da una grande visione e da una terribile coerenza. A questa Italia dedica il suo saggio Ermanno Rea. Giornalista di grande maestria, penna acuminata, graffiante, si è cimentato a più riprese con i problemi della società italiana e lo fa anche in questo caso da par suo.
Della situazione in cui si trova l’Italia odierna è responsabile la chiesa romana, che della storia italiana è stata "tutore inflessibile e regista occulto".
Quello che ispira e muove il clericalismo ottocentesco e il suo rifiuto della modernità, del liberalismo democratico, del rinnovamento sostanziale della società è lo spirito della Controriforma che da secoli domina la vita italiana. Si tratta di una tesi storiografica che ha avuto larga diffusione nella cultura italiana ed ha trovato rispondenza negli ambienti più diversi, del protestantesimo europeo (Sismondi e la sua Histoire des républiques italiennes) dei laici (Mazzini e libero pensiero), filosofico (Spaventa e l’Idealismo), tesi che le analisi puntuali della scuola di Adriano Prosperi hanno riproposto con documentazione difficilmente confutabile.
Tesi contrastata invece, come già detto, da parte clericale, che individua nella fede cattolica l’identità del popolo italiano.
Ma il nostro autore l’approfondisce e ne coglie le articolazioni, allargandone la portata alla società stessa; come dice il sottotitolo: l’italiano non diventa cittadino ma permane servo obbediente, è l’uomo della vita doppia, del comportamento egoistico, che sentendosi perennemente vittima dei un potere altro da sé, si auto assolve non assumendo mai le sue responsabilità.
Che si debba attribuire alla chiesa della Controriforma la responsabilità di aver plasmato, plagiato il carattere degli italiani, è molto probabile, ma può l’italiano oggi dirsi solo vittima dell’educazione clericale o non anche, come dice il nostro testo, complice di questo lato oscuro della sua cultura? Oggi non esiste più il tribunale della coscienza ma forse è comodo continuare a credere che ci sia.
In questo intreccio di poteri e sudditanze, ricatti e conformismi, laicismi e clericalismo come si deve collocare una presenza di cristianesimo evangelico? Non è mistero che la sua posizione è sempre stata difficile e tale permarrà in futuro: cristiani sì ma non clericali, rifiutano la politica compromissoria della Chiesa e rivendicano la loro liberà di espressione in uno Stato laico; d’altra parte però, come credenti in Gesù Cristo, non fanno della ragione e del libero pensiero il valore assoluto del vivere. Come cittadini chiedono allo Stato di garantire la libertà e l’eguaglianza di tutti, nel rispetto degli altri, come credenti auspicano che la Chiesa riscopra la sua identità di testimone dell’Evangelo sciogliendo i suoi legami (i suoi concordati) con i governi. Ma è questo discorso comprensibile agli italiani? Si stenta a crederlo anche se si continua a proporlo.
6 ottobre 2011