martedì 31 gennaio 2012

Za&ZA affossano il registro per i testamenti biologici a Verbania

                                                      COMUNICATO STAMPA
                     



Immagine di archivo: Un momento di incontro con Mina Welby promosso dalla "Consulta del VCO per la laicità delle Istituzioni"



                           "ZA&ZA affossano il registro per i testamenti biologici a Verbania"

Mentre il Comune di Baveno approva alla unanimità la proposta istitutiva del registro per i testamenti biologici (mostrandosi aperto in materia di diritti civili e libertà di scelta dei cittadini) a Verbania la medesima proposta viene respinta con complicità bipartisan. ZA&ZA affossano il registro per i testamenti biologici a Verbania. Il Sindaco Zacchera (votando no) e il suo principale oppositore Zanotti (astenendosi) hanno contribuito, con motivazioni di poco dissimili, alla bocciatura dell'ordine del giorno sollecitato dalla consulta laica. Le parole più liberali questa volta sono state dette da un comunista, Vladimiro Di Gregorio, che ha presentato la proposta di delibera e parlato di libertà di scelta dei cittadini in materia di fine vita. 12 i no, 12 gli astenuti, 9 i sì (tra cui due esponenti del centrodestra Actis e Gagliardi che ringraziamo particolarmente e Gian Maria Giani, De Ambrogi, Rolla, Bombace, Bonzanini, Varini del centrosinistra). Il gruppo "cittadini con voi", che pure aveva annunciato in conferenza stampa l'appoggio alla proposta, era presente con il solo consigliere Felice Iraca', che si è astenuto dopo aver proferito la deludentissima frase: "non sono maturi i tempi". Gli elettori laici del VCO potranno presto leggere, sul blog e sul gruppo facebook della consulta, l'elenco completo dei consiglieri che hanno votato contro o si sono astenuti (oppure erano assenti al momento della votazione). Conoscere per deliberare. I tempi sono maturi.

per la "Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni"
Fabio Ruta (segretario organizzativo) e Jean - Félix Kamba Nzolo (coordinatore)

lunedì 30 gennaio 2012

Verbale riunione fondativa del coordinamento nazionale delle consulte per la laicità delle istituzioni

Verbale della riunione dei Soci fondatori del Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni


In data 29 gennaio 2012, alle ore 11, presso la sede del Circolo De Amicis, in via De Amicis 17 a Milano, si è svolta la riunione dei Soci fondatori del Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni.

Erano presenti Tullio Monti, in rappresentanza della Consulta Torinese, Donatela De Gaetano, in rappresentanza della Consulta Milanese, Samuele Bernardini, in rappresentanza della Consulta della Provincia di Pesaro e Urbino, Filippo Parigi, in rappresentanza della Consulta Triestina, Giancarlo Nobile, in rappresentanza della Consulta Napoletana, Fabio ruta, in rappresentanza della Consulta del Verbano-Cusio-Ossola, Flavio Martino, in rappresentanza della Consulta Valdostana, Guido Adani, in rappresentanza della Consulta di Parma, Mario Di Carlo, in rappresentanza della Consulta Romana. Erano presenti inoltre Roberto Petrolini, Marco Chiauzza.

Viene eletto all’unanimità Presidente della riunione Tullio Monti e Segretario verbalizzatore Donatella De Gaetano.


1) Sottoscrizione dell’Atto Costitutivo dell’Associazione “Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni”, con i relativi Statuto e Carta dei Principi.

Dopo una ampia a articolata discussione a cui hanno preso parte attivamente tutti i Soci fondatori, è stato sottoscritto da tutti i presenti l’Atto Costitutivo dell’Associazione “Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni”, con i relativi Statuto e Carta dei Principi (in allegato)


2) Elezione degli organi associativi (Portavoce, Assemblea, Collegio dei Garanti, Tesoriere/Segretario).

Sono stati eletti all’unanimità le seguenti cariche sociali:


- Portavoce: Tullio Monti


- Assemblea: Edda Saccomani (Consulta Torinese)

Giancarlo Nobile (Consulta Napoletana)

Fabio Ruta (Consulta del Verbano-Cusio-Ossola)

Donatella De Gaetano (Consulta Milanese)

Flavio Martino (Consulta Valdostana)

Gianni Bertossi (Consulta Triestina)

Raffaele Belviso (Consulta della Provincia di Pesaro e Urbino)

Guido Adani (Consulta di Parma)

Mario Di Carlo (Consulta Romana)


- Tesoriere/Segretario: Palmira Naydenova


- Collegio dei Garanti: Sergio Lariccia

Samuele Bernardini

Marco Chiauzza


3) Varie eventuali

Viene approvata all’unanimità, ai sensi dello Statuto, la proposta del Portavoce di uscita dal CLN-Coordinamento Laico Nazionale da parte di tutte le Consulte per la Laicità delle Istituzioni, compresa quella Romana che ancora ne fa parte. La Consulta Romana provvederà a formalizzare tale decisione nella sua prossima Assemblea, che si svolgerà quanto prima e a comunicare al CLN tale provvedimento.


Alle ore 14,15, esaurita la trattazione dei punti all’ordine del giorno, la riunione viene chiusa.



Il Portavoce Il Segretario verbalizzatore

Tullio Monti Donatella De Gaetano



Milano, domenica 29 gennaio 2012

sabato 28 gennaio 2012

Registro TB in consiglio a Verbania

Lunedì sera, purtoppo in  coincidenza con il CineLaico, si discuterà in consiglio comunale a Verbania l'ordine del giorno per la istituzione del registro dei testamenti biologici. Alcuni di noi faranno la "staffetta" tra i due eventi. La Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni auspica  che il registro, come già avvenuto alla unanimità a Baveno, venga approvato dal consiglio comunale. E' una occasione per ribadire che il libero arbitrio dei cittadini sulle scelte di fine vita è un diritto che non può e non deve essere violato, per precetti e dogmi confessionali, tramite l'imposizione di trattamenti invasivi non voluti. Ognuno deve essere libero di potere scegliere. Ci impegniamo inoltre a rendere noto, tramite informazione via web e comunicati stampa, il comportamento dei consiglieri comunali. Faremo sapere chi si sarà espresso a favore e chi contro l'istituzione del registro. Perchè siamo convinti che ogni cittadino debba poter conoscere per deliberare.

domenica 22 gennaio 2012

CineLaico: Giordano Bruno

Andiamo DIRITTI a vedere un film

Tre incontri cinematografici su diritti civili & laicità

Arci VCO e Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni promuovono una mini – rassegna cinematografica ad ingresso gratuito  incentrata sulle tematiche dei diritti civili, del multiculturalismo, della laicità (la presentazione dei film sarà curata da Augusto Bruni). Gli incontri si prefiggono lo scopo di approfondire le tematiche menzionate attraverso la visione e il confronto tra i partecipanti.

Siamo lieti di invitarvi al secondo appuntamento che si terrà
LUNEDI’30 GENNAIO 2012 - Circolo ARCI “Franco Riva” in Via Renco – Verbania Trobaso ore 21,00
“ GIORDANO BRUNO”    di    GIULIANO MONTALDO 

Il film racconta gli ultimi anni della vita del filosofo nolano Giordano Bruno, dal 1592 fino all'uccisione nel 1600.  Il film è il ritratto a tutto tondo di una vittima del potere, in una società che considerava ancora eretica e blasfema l'ipotesi di una distinzione fra fede e scienza. Da ricordare un intenso e indimenticabile Gian Maria Volonté, e una ricostruzione visiva di Venezia ricalcata sui chiaroscuri dei grandi pittori del Cinquecento, valorizzata dalla fotografia di Vittorio Storaro e dalle musiche di Ennio Morricone.


mercoledì 18 gennaio 2012

ODG "Per un'Italia Laica, in una Europa Laica"


Assemblea del 18/01/2012 Ordine del Giorno approvato:

“Per un’ Italia Laica, in una Europa Laica”

La “Consulta del Verbano – Cusio –Ossola per la Laicità delle Istituzioni” conferma la propria adesione al “Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni” e approva la bozza di Statuto (già comprensiva di successive modificazioni ed integrazioni) inviataci nei giorni scorsi da Tullio Monti. A Tullio Monti va la nostra stima e fiducia per il lavoro svolto e per il sostegno ricevuto in questi anni, nella non facile fase di istituzione della nostra consulta, in una realtà territoriale come il VCO. Riteniamo che si debba marciare con passo veloce e deciso verso la nascita di una grande e plurale organizzazione nazionale. Una associazione di associazioni, movimenti, circoli e singoli individui che sappia federare, integrare, unire nella lotta il variegato arcipelago laico italiano: ponendolo in confronto e raccordo con i movimenti laici europei. Pensiamo ad una vera e propria “centrale” laica: immediatamente riconoscibile nel panorama associativo italiano, capace di offrire continuità e durata alla battaglia in difesa (e conquista) della laicità delle istituzioni e – attraverso essa – dare impulso allo sviluppo del nostro Paese ed alla conquista di nuovi diritti e nuove libertà. E’ nostra opinione che un rafforzato livello organizzativo nazionale debba favorire la nascita, il radicamento e lo sviluppo di consulte per la laicità delle istituzioni in ogni territorio provinciale. E’ altresì nostra opinione che si debba, in prospettiva, pensare ad una associazione nazionale alla quale si possa aderire individualmente, con un semplice “click” sulla tastiera del proprio PC (attraverso il versamento di una quota di adesione individuale). Questo doppio livello consentirebbe di tenere insieme l’esigenza di rappresentazione del plurale mondo laico: aperto alle associazioni tematiche, alle forze sociali, ai culti minoritari ed ai cittadini - siano essi atei, agnostici, razionalisti o credenti – che si riconoscono nei principi della laicità. Senza laicità non c’è Pace: ma conflitto tra integralismi. Senza laicità non c’è democrazia, ma assolutismo. Senza laicità non c’è sviluppo e dinamismo sociale, ma “stagnazione” e familismo. Siamo convinti che occorra superare storiche frammentazioni e spontaneismi che hanno a lungo ristretto la cultura ed il mondo laico italiano in una posizione di subalternità e minoritarismo: pur in costanza di una diffusa e crescente secolarizzazione e di una sensibilità della opinione pubblica in maggioranza aperta sui temi delle libertà e dei diritti civili ed ostile ai privilegi economici e fiscali vaticani. Il clericalismo invasivo e pervasivo di cui soffre il nostro Paese sprigiona i propri effetti reazionari in più sfere e direzioni. Ne cogliamo la durezza e i segni dal livello più prossimo al soggetto (attraverso la pretesa di imporre una disciplina sui corpi: dalla nascita, al comportamento sessuale e riproduttivo, alle cure mediche, sino al fine vita), sino al condizionamento politico istituzionale ed al livello del potere economico e finanziario. In questo contesto sarebbe errato attribuire all’associazionismo laico solo una missione di promozione culturale. La promozione di una cultura laica è fondamentale e di centrale importanza, ma da sola non basta. Occorre sapere agire una forza condizionante, esprimendo una potente e benefica azione di “lobbing” laico sul mondo della politica, delle istituzioni, della comunicazione. Offrendo per questa via una sponda organizzativa ed una cornice integrante per una pluralità di soggetti e di battaglie. A questo scopo auspichiamo la redazione di un “manifesto appello per l’Italia Laica”. Questo strumento dovrebbe consentire di coagulare proposte programmatiche e parole d’ordine, da rilanciare con campagne nazionali e territoriali. Il “Manifesto Appello” dovrebbe costituire un mezzo efficace,  un testo esaustivo ma sintetico, facilmente veicolabile nella comunicazione in rete, nei social network (oltre che nei tradizionali mezzi di comunicazione ed informazione). Attorno al “Manifesto  Appello” si dovrebbe raccogliere il consenso e l’adesione di importanti testimonial del mondo della cultura, della ricerca scientifica, dell’arte, delle professioni, della politica. Per questa via si renderebbe visibile l’intreccio che lega la laicità e la conquista di livelli di libertà e civiltà più elevati (in materia di fecondazione assistita, libertà di cura e di ricerca scientifica, diritti lgbt, fine vita, pluralismo, politiche in materia di droghe, ecc.) e si potrebbe aprire nella società italiana una riflessione sul superamento del attuale regime concordatario.

sabato 14 gennaio 2012

Riunione Laica con Associazioni

Mercoledì 18 Gennaio, alle ore 21,00 presso la Sala Pestalozzi in Corso Mameli 19  è convocata una assemblea aperta della Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni.
All'ordine del giorno:

1) Il rapporto Consulta & Associazioni: Si intende rilanciare il carattere della consulta come "Associazione di Associazioni" oltre che di singoli individui interessati al tema della laicità e della difesa dei diritti civili. In questo senso occorre rilanciare e rafforzare il rapporto con le associazioni aderenti e cercare il confronto con altre associazioni, movimenti, gruppi informali, culti minoritari, presenti nel territorio.
2) Aggiornamento sulla situazione nazionale dell'associazionismo laico e sulle prospettive del Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni.
3) Aggiornamento e rilancio della campagna per la adozione dei registri per i testamenti biologici nei comuni del VCO. A questo proposito il "tabù" è stato infranto: il consiglio comunale di Baveno ha votato all'unanimità in favore della adozione del registro.
4) Prosecuzione del cineforum laico, organizzazione e pubblicizzazione dei prossimi eventi.

Data l'importanza degli argomenti in discussione auspichiamo la massima partecipazione.

Per la Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni
Jean - Félix Kamba Nzolo - Coordinatore
Fabio Ruta - Segretario Organizzativo

lunedì 9 gennaio 2012

Il Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni scrive al Presidente Napolitano

Al Presidente delle Repubblica Italiana, onorevole Giorgio Napolitano.

IL GOVERNO MONTI E LA LAICITA’ DELLE ISTITUZIONI

Passano i Governi, ma i privilegi della chiesa cattolica restano immutati.

Dopo aver sostenuto fino all’ultimo momento il governo Berlusconi, tentando di massimizzare i vantaggi che potevano derivare per se stessa, sul piano dei cosiddetti “valori non negoziabili” (famiglia, leggasi opposizione totale a qualsiasi riconoscimento delle coppie di fatto etero e omosessuali; difesa della vita, leggasi sabotaggio della legge sull’aborto e opposizione a qualsiasi seria legge sul testamento biologico; educazione, leggasi privilegi anticostituzionali per le scuole private cattoliche e relativi finanziamenti), la chiesa cattolica ha “benedetto” la nascita del governo Monti, nel quale sono ben presenti e posizionati noti esponenti del mondo cattolico, in particolare Lorenzo Ornaghi, ministro dei Beni Culturali (già Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, vicino alla CEI e al cardinale Camillo Ruini), Andrea Riccardi, ministro della Cooperazione internazionale e dell’integrazione (fondatore della comunità di Sant’Egidio) e Renato Balduzzi, ministro della Salute (giurista e docente dell’Università Cattolica).

Opportunamente, sia il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, che il prof. Adriano Prosperi, dalle pagine di Repubblca, hanno osservato che i cattolici del governo Monti sarebbero stati chiamati a dar prova di essere “cattolici adulti” e non meri esecutori dei desiderata del Vaticano.

I primi passi del governo Monti in tal senso non paiono incoraggianti.

Come viene acutamente segnalato dal periodico on line “Lucidamente”, nel commentare le nomine dei sottosegretari del neogoverno, “non si era mai visto in tutta la storia repubblicana” che venisse nominato sottosegretario alla Pubblica Istruzione il preside di una scuola privata paritaria cattolica: ebbene, ciò è avvenuto, con la nomina di Elena Ugolini, militante in Comunione e Liberazione, nonché preside del Liceo privato paritario Malpighi di Bologna, recentemente assurto alle cronache per le percentuali del 100% dei propri allievi promossi, tutti con media di voti compresa tra il 9 e il 7, a fronte del pagamento di rette d’iscrizione annue di oltre € 4.000. “Lucidamente” si chiede, e noi con esso: “Come è possibile che a sovrintendere a questo compito sia chiamata, nel ruolo di sottosegretaria, una dirigente di una delle scuole da controllare? Non si crea un enorme conflitto di interessi?” Attendiamo risposte dal governo.

Il giorno 1° dicembre ricorreva la Giornata Mondiale della lotta all’AIDS. Laura De Pasquale, assistente del direttore di Radio rai 1 e dei Radiogiornali, all’inizio della giornata ha inviato una mail di comunicazione aziendale interna nella quale scriveva: “Carissimi, segnalo che nelle ultime ore il ministro ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominato esplicitamente il profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali”. Il neoministro della Salute, Renato Balduzzi, con qualche imbarazzo, ha seccamente smentito di aver ordinato la censura. Dobbiamo credergli? O forse rischia di configurarsi un eccesso di zelo di obbedienza clericale, viste le recentissime dichiarazioni del papa in Benin, che hanno ribadito la totale contrarietà della chiesa cattolica all’uso del preservativo nella prevenzione dell’AIDS?

In questi giorni il governo Monti ha varato il pacchetto dei provvedimenti anticrisi, che impongono durissimi sacrifici agli italiani. Il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha dichiarato perentoriamente che la tassa sui fabbricati (ex ICI, ora IMU) la dovranno pagare tutti, anche le imprese. Si è però dimenticato di osservare che in quei “tutti”, non è compresa, al solito, la chiesa cattolica, proprietaria di oltre il 25% del patrimonio immobiliare italiano. Il 5 dicembre, interrogato sulla questione ICI-chiesa cattolica da un giornalista straniero, il presidente del Consiglio Monti ha dichiarato: “E’ una questione che non ci siamo posti ancora”. Eppure, a fronte del fatto che oggi solo il 10°% delle proprietà della chiesa cattolica paga l’ICI, per un mancato introito nelle esangui casse dello Stato che viene stimato fra 600 milioni e 1 miliardo di euro, tale questione una qualche urgenza dovrebbe pur rivestirla. Per comprendere meglio il paradosso di questa esenzione clericale, occorre fare un salto indietro nel tempo. Come ci ricorda sul Riformista il giornalista Gianmaria Pica “nel 1992 il governo Amato stabilisce alcune esenzioni per le proprietà della Chiesa. La questione su quale tipo di edifici e proprietà dovessero essere esentati ha portato negli anni a diversi procedimenti giudiziari, fino al 2004 quando la norma viene in parte bocciata dalla Consulta che elimina le agevolazioni fiscali per gli immobili a scopo di lucro. L’esenzione, però, viene reintrodotta nel 2005 dal governo Berlusconi II che cambia la vecchia normativa, includendo gli immobili destinati ad attività commerciali tra quelli compresi nel diritto all’esenzione. Nel 2006, l’allora governo Prodi, modifica nuovamente la legislazione. Tuttavia un emendamento alla legge permise di mantenere l’esenzione per le sedi di attività che abbiano fini ‘non esclusivamente commerciali’ “, di fatto qualsiasi edificio, pur adibito a albergo o clinica o altro, che abbia al proprio interno e nelle proprie pertinenze un altarino, una cappelletta di pochi centimetri e così via.

Scommettiamo che il governo Monti, mentre taglia le pensioni e aumenta le tasse a tutti gli italiani, si guarderà bene dal reintrodurre l’ICI per la chiesa cattolica?

D’altronde quella dell’esenzione dell’ICI non è che soltanto una delle mille voci che costituiscono gli innumerevoli privilegi economici che lo Stato italiano riconosce ogni anno al Vaticano. Infatti le voci e le entità dei finanziamenti diretti e indiretti e delle esenzioni sono così ampie, fantasiose e diversificate da potersi sostenere, senza allontanarsi troppo dalla realtà, che esse corrispondano all’incirca a poco meno della metà della manovra finanziaria del nuovo governo e che sia agevole per chiunque prevedere che, se tali privilegi clericali venissero aboliti, ciò sarebbe sufficiente, da solo, a contribuire in modo significativo al risanamento delle finanze pubbliche. Il mercimonio tra lo Stato italiano e i suoi enti locali (Regioni, Province e Comuni) e Stato del Vaticano, oltre all’esenzione ICI, comprende otto per mille, cinque per mille, finanziamenti alle scuole private cattoliche, stipendi per gli insegnanti di religione, buoni scuola per pagare le rette alle scuole cattoliche, finanziamenti agli oratori cattolici, stipendi per cappellani militari ed ospedalieri, forniture idriche vaticane, contributi alle università cattoliche, prebende alle emittenti radiotelevisive vaticane, sussidi alla stampa cattolica, etc., etc., per arrivare a una cifra complessiva di circa 10 miliardi di euro all’anno. Sommessamente ci chiediamo: quand’è che gli italiani potranno essere informati di questi fatti in modo adeguato e quando si stuferanno di mantenere di tasca propria i costi esorbitanti della “casta” della chiesa? O forse il mantenimento dei propri privilegi economici costituisce la vera merce di scambio per il sostegno politico delle gerarchie vaticane al neogoverno Monti?

Nel frattempo il Capo dello Stato, il pur ottimo Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, vero levatore e garante del governo Monti, trova il tempo per varare (come ci informa il Messaggero del 30 novembre) un decreto che stabilisce che le visite pastorali dei vescovi nelle scuole pubbliche italiane, durante l’orario di lezione, sono legittime. Tale decreto presidenziale rigetta il ricorso straordinario presentato dal padre di un alunno di Grosseto, che non aveva gradito la visita pastorale del vescovo locale nella scuola del figlio. Scrive Franca Giansoldati sul “Messaggero”: “Il decreto del Capo dello Stato si rifà al parere n. 335/2009 della Seconda Sezione del Consiglio di Stato nell’adunanza del 21 aprile 2010. I giudici amministrativi hanno riconosciuto che la ‘questione obiettivamente delicata e complessa in via generale, coinvolge profili che attengono alla libertà di culto e di coscienza e alla funzione di servizio pubblico degli istituti scolastici, statali e comunque integrati nella rete della scuola dell’obbligo’. Hanno però ritenuto di poterla ‘agevolmente risolvere sulla base delle norme che disciplinano l’autonomia delle istituzioni scolastiche’. La visita pastorale, si legge nel dispositivo del Consiglio di Stato ‘è avvenuta nelle ore di lezione, ma essa non si è svolta attraverso il compimento di atti di culto (eucaristia, benedizione, eccetera), ma attraverso una testimonianza sui valori, religiosi e culturali, che sono alla radice della catechesi cattolica’. Una analoga iniziativa poteva tranquillamente essere svolta da ministri di altre confessioni religiose presenti nella comunità territoriale in cui agisce la scuola ‘a condizione che essi siano portatori di valori coerenti con i principi di tolleranza e rispetto delle leggi e della Carta Costituzionale’. Vogliamo parlare seriamente di tale sentenza burlesca e di quanto i valori predicati dalla chiesa cattolica siano ispirati alla tolleranza e al rispetto delle leggi e della Costituzione italiane?

E il Capo dello Stato (verso cui pure nutriamo il massimo rispetto e stima), in qualità di garante della Costituzione, è sicuro di agire in modo consono al Suo alto mandato, con iniziative di tal genere? O tale episodio si inserisce in una serie di comportamenti presidenziali sul tema della laicità dello Stato che lasciano perlomeno perplessi?

Come non ricordare le Sue reiterate dichiarazioni, del tutto “politiche” e come tali del tutto opinabili, secondo le quali la questione dei rapporti fra Stato e chiesa cattolica nel nostro paese sarebbe stata definitivamente e ottimamente risolta una volta per tutte con l’inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione Repubblicana, avvenuta grazie all’approvazione dell’art. 7 all’Assemblea Costituente? E come non sottolineare come tale interpretazione sia radicalmente contestata dal miglior pensiero laico esistente nel nostro paese e da generazioni di cittadini e di studiosi di diritto laici e cattolici?

E come non rammentare l’inconsueta iniziativa di una lettera presidenziale che, un paio d’anni fa, accompagnò, sostenendolo in modo determinante, il ricorso del governo Berlusconi alla Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, contro la sentenza della Piccola Camera della medesima Corte (presieduta dal giudice italiano Vladimiro Zagrebelsky) che l’anno precedente aveva coraggiosamente stabilito che l’esposizione dei crocifissi nelle scuole pubbliche italiane configurava una violazione dei principi di libertà religiosa degli studenti e della libertà educativa dei genitori?

Presidente Napolitano, possiamo permetterci, con tutto il rispetto per il Suo ruolo, la Sua persona e la Sua storia politica, di suggerirLe maggior prudenza sulle questioni della laicità dello Stato, astenendosi dal mettere in essere comportamenti ed atti che facciano sì che alcuni cittadini italiani (tanti o pochi è questione secondaria, ma certo tanto pochi non saranno), si debbano sentire stranieri in Patria?

Con stima e deferenza voglia gradire i miei ossequi

Tullio Monti
Portavoce del Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni