COMUNICATO
STAMPA
“Educare
al pregiudizio? No grazie”
Siamo arrivati al
triste paradosso che in momenti formativi dedicati alla “accoglienza della
diversità” vengono proposti pregiudizi retrogradi nei confronti dell’omosessualità:
il tutto con patrocinio della Commissione pari opportunità della provincia, dall'Ufficio pari
opportunità provinciale e dal Comune di Verbania. Ci associamo dunque alla
denuncia proposta da Marco Coppola presidente Arcigay Nuovi Colori ed Elena Broggi presidente AGEDO Verbania onlus,
che rendono nota una vicenda dai contorni davvero inquietanti. Che vede come
“protagonista” la pedagogista Luisa Fressoia conduttrice di un percorso
formativo che ha coinvolto diverse classi di istituti della nostra provincia. Fressoia ha relazionato il lavoro svolto in
un incontro a Villa Giulia della Scuola per Genitori intitolato “Come
accogliere la diversità. Dalla diversità culturale alle differenze sessuali. Le
voci dei ragazzi a scuola”. Tema interessante, lodevole iniziativa….Peccato che
la pedagogista in questione abbia sostenuto tesi inaccettabili, ben riassunte
dal comunicato di Arcigay e Agedo. Tesi che riprendono le solite argomentazioni
trite e ritrite, retrograde ed
oscurantiste, di chi vede l’omosessualità come “qualcosa da riparare”.
Biancofiore Style per intenderci, con tutto il corollario di attacco ai
movimenti per i diritti lgbt ed il consueto logoro argomentario ideologico di
chi artificiosamente contrappone le famiglie eterosessuali considerate
naturali, alle coppie omosessuali (evidentemente a torto non ritenute tali).
Come Consulta del VCO per la Laicità delle Istituzioni chiediamo alle
istituzioni pubbliche che hanno patrocinato questa iniziativa di prendere
seccamente distanza da queste teorie del tutto antiscientifiche (in netto
contrasto con quanto le discipline pedagogiche, psicologiche, educative oggi
affermano). Chiediamo con forza agli Istituti coinvolti di interrompere
immediatamente ogni collaborazione con la pedagogista in oggetto. Invitiamo inoltre
le associazioni di pedagogisti,
formatori, educatori e le facoltà di scienze della formazione a stigmatizzare duramente l’accaduto. Nessuno
abbia il diritto di travestire il pregiudizio spacciandolo per formazione e
pratica pedagogica. Cose di questo genere avvengono nel nostro Paese, avvelenato
da forme di invadenza clericale che ne bloccano lo sviluppo e la
modernizzazione. Un Paese che, mentre la Francia approva il matrimonio
egualitario, nemmeno è riuscito a varare una legge contro l’omofobia. Noi non
ci arrendiamo e sappiamo che un giorno potremo scrivere pagine più felici e che
anche l’Italia finalmente uscirà dal medioevo.
Jean –
Félix Kamba Nzolo
(coordinatore della Consulta del VCO per la Laicità
delle Istituzioni)
Fabio
Ruta
(segretario organizzativo della Consulta del VCO per
la Laicità delle Istituzioni)
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